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Le banche non fanno credito e distruggono il risparmio


Queste sono le conseguenze:
  • dell'austerità implacabile decisa in questi anni e la seconda recessione con il governo Monti
  • della Decisione dalla Commissione europea del 1° agosto 2013, in materia di divieto di aiuti di Stato alle banche in difficoltà,
  • della Direttiva BRRD sul bail-in che penalizza gli azionisti, gli obbligazionisti, ed i depositanti oltre i 100 mila euro che si devono accollare le perdite in caso di crisi bancaria
  • di una politica monetaria tanto teoricamente accomodante quanto concretamente inconcludente.

Ed infatti:
  • i risparmiatori, per evitare possibili perdite sottoscrivendo obbligazioni bancarie che sarebbero utilizzate per coprire i buchi della banca in caso di crisi, si tengono i liquidi: mentre la raccolta complessiva è aumentata di 109 miliardi, la sottoscrizione di obbligazioni bancarie è diminuita di 35 miliardi di euro. C'è stato un incremento di depositi ed un travaso da una tipologia di raccolta all'altra. Gli Italiani preferiscono un conto di deposito a vista, anche se rende zero e costa di canone ed operazioni ad 1,5 euro l'una, piuttosto che rischiare perdite.
  • Le banche, a questo punto, non se la sentono di erogare maggior credito, pur avendo maggiori depositi a vista. Tanto meno sono disponibili ad impieghi a medio e lungo termine a fonte di una raccolta sempre più liquida, ritirabile senza preavviso da parte del depositante: da un giorno all'altro, basta un bonifico ad una qualsiasi altra banca, magari all'estero, e si trovano in un mare di guai. Devono infatti smobilizzare altrettanti impieghi per fare fronte ai prelievi effettuati.
  • A fronte di sempre maggiori depositi a vista, le banche si tengono altrettanto liquide e depositano gran parte di questa raccolta a vista presso la BCE, come "depositi ulteriori rispetto alla riserva obbligatoria".
  • E qui arriva la seconda fesseria: per disincentivare questa pratica, questa sorta di "parcheggio sicuro" della liquidità da parte delle banche, la BCE ha disposto ormai da anni una penalizzazione crescente di questi depositi, che ora è dello 0,4% annuo sulle somme che eccedono sette volte la riserva obbligatoria. In pratica, il deposito presso la BCE è diventato un "parcheggio a pagamento", un costo che le banche cercano comunque di coprire, addirittura scaricandolo sulla clientela: si parla già di tassi negativi sui depositi.
  • Come se tutto questo non bastasse, anche i rendimenti dei titoli di Stato e di tante altre obbligazioni sono negativi: quelli della Germania lo sono fino alla scadenza cinquantennale; quelli della Francia fino al decennale. Questo significa che le banche perdono soldi anche se sottoscrivono questi titoli, invece di guadagnarci sopra: distruggono anche per questa via il denaro affidato loro dai risparmiatori.
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