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Cerco casa, disperatamente

Lento collasso o brutale scissione, per il M5S


E' stata una innocente illusione, quella di cercare di travestire da Lista Civica l'alleanza con il Pd: gli elettori del Movimento non hanno gradito affatto la giravolta compiuta con il Conte bis, e forse meno ancora il "Vaff****o a voi!" urlato da Beppe Grillo ai tanti che osteggiavano questo ribaltone. Ve lo ricordate? Ne avevamo parlato nel pezzo di questa estate intitolato "Autoribaltiamoci!" E, poi, non è affatto vero che il Pd ha tolto voti al M5S, perché ha pagato a sua volta un prezzo altissimo per gli scandali che hanno portato, riportando appena il 22% rispetto al 43% riportato nel 2015: un tracollo.

Il M5S si è fatto sempre più vicino all'establishment, ed i suoi voti al Parlamento europeo sono stati determinanti per far passare la candidatura della neo Presidente Ursula von der Leyen.

Ha perso grinta e smalto, rimanendo avvinghiato alla questione del reddito di cittadinanza senza poi impostare la azione complessa di formazione professionale e di incrocio con le richieste di lavoro, sull'esempio di quanto si fa in Germania o in Francia che hanno agenzie pubbliche di grandi dimensioni. Non si sa, infatti, a che punto sia l'iniziativa dei Navigator: si presta così il fianco alle accuse di assistenzialismo, così come si rinfaccia all'ex-Ministro dell'interno Salvini di non essere riuscito ad effettuare le migliaia di rimpatri degli immigranti senza titolo che pure aveva promesso.

Approvata la legge di bilancio per il 2020, si aprono altri test potenzialmente devastanti: le regionali in Emilia Romagna ed in Calabria. Nel primo caso, a fine gennaio, la Lega porterà l'attacco al cuore della "Ditta", al sistema di potere consolidato che mette insieme il Pd, le cooperative ed i poteri amministrative esercitati ininterrottamente. E' nata in Emilia la prima reazione decisiva a questo sistema, con la elezione del primo Sindaco del M5S, Pizzarotti che poi ha lasciato il Movimento. Allearsi con il Pd emiliano sarebbe un suicidio, attaccarlo violentemente metterebbe in crisi l'alleanza di governo, fare una lista comune con la Lega è assolutamente impensabile. Si corre il rischio, ancora una volta, dell'irrilevanza, come è accaduto in Umbria.

Una implosione in Emilia risulterebbe devastante anche per gli eletti del Movimento a Roma. Il ruolo politico del Movimento diventerebbe irrilevante, con gli elettori che spariscono.

Piuttosto che una lunga agonia, qualcuno potrebbe pensare di cambiare strategia: provocare una scissione dei Gruppi parlamentari, con una parte che guarda alla Lega.

Il cambio di maggioranza ha minato la credibilità della leadership, così come la postura esageratamente istituzionale non paga sul piano elettorale. Il Movimento ha perso la carica dirompente che lo aveva caratterizzato sin dall'inizio, la capacità di intercettare il voto di chi voleva un cambiamento. La risposta degli elettori è chiara.

Lento collasso o brutale scissione, per il M5S.

Cerco casa, disperatamente.
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