Le stesse
direttive europee sul bail-in, affermando di voler evitare l'azzardo morale dei banchieri, hanno puntato con forza sulla eliminazione di qualsiasi garanzia pubblica, penalizzando immediatamente gli azionisti, ampie categorie di obbligazionisti ed i depositanti oltre i 100 mila euro, limitandosi a questo importo solo perché si presume che al di sotto ci sia davvero un risparmiatore e non già un investitore che non vuole correre i giusti rischi del mercato.
Le Banche si svuotano di funzioni.
Da una parte, il
sistema dei pagamenti digitali toglie loro lo spazio che aveva avuto per secoli, con i pagamenti effettuati tramite gli assegni di conto corrente, contabilizzati nelle Camere di Compensazione.
Dall'altra parte, il credito si isterilisce per via delle forti garanzie richieste dalle banche per erogarlo, e le imprese sono indotte a cercare i capitali direttamente sul mercato e ad emettere direttamente titoli di debito: si moltiplicano le piattaforme su cui si quotano start-up, aziende innovative, medium e small-cap.
Mercati sempre meno regolamentati, fluidi, senza indici di riferimento né rating.
La figura del risparmiatore svanisce, insieme al credito bancario. Si perde così la funzione di riduzione e di copertura del rischio che viene svolta dalla banca, e che evita a ciascun risparmiatore di dover valutare personalmente l'affidabilità del prenditore delle sue risorse.
Diventiamo da una parte gestori della liquidità, sui sistemi di pagamento digitale, e dall'altra
investitori nella Lotteria Universale, acquistando direttamente prodotti di ogni genere, di cui ci accolliamo ogni rischio. Forse, qualcuno si fa consigliare da un gestore, che offre il suo servizio a pagamento. Senza più nessuna delle garanzie del risparmio offerte finora dalle banche.
Transazioni digitali da una parte, e Lotteria Universale dall'altra.Futuro senza Banche, Banche senza Futuro.
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