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Il ritorno degli Imperi

Turchia neo Ottomana e Russia nel Mediterraneo, la Germania nei Balcani


Sul versante opposto, c'è l'opposizione guidata dal Generale Khalifa Haftar: è insediato a Tobruk, capitale della Cirenaica, e trova esplicito sostegno nella Russia di Vladimir Putin.

Mentre Turchia e Russia sostengono dunque apertamente le ragioni dell'una e dell'altra parte in gioco nel conflitto libico, la Germania si propone da mediatrice.

Alla prossima Conferenza di Berlino, provvisoriamente convocata per il prossimo 19 gennaio, saranno presenti in tanti: non solo la Turchia e la Russia, ma anche il Rappresentante della Unione Europea, l'Egitto, l'Algeria, la Tunisia.

Mentre nulla si sa della presenza della Gran Bretagna alla Conferenza, Francia ed Italia sarebbero state invitate, ma ormai con un ruolo assai limitato. Si torna indietro a metà Ottocento, quando ancora era l'Impero Ottomano che si estendeva in tutta la riva meridionale del Mediterraneo: solo nell'ultimo scorcio del secolo la Tunisia venne acquisita come colonia dalla Francia, mentre è solo nel 1911 che l'Italia da una parte conquista la Tripolitania, la Cirenaica ed il Fezzan trasformandole in un'unica colonia libica, e dall'altra si protende ad Oriente sottomettendo Rodi e le Isole del Dodecanneso. Solo più tardi l'Inghilterra, per ragioni di debiti non pagati, riesce a sottomettere l'Egitto. Insomma, le potenze europee che hanno dominato la sponda meridionale del Mediterraneo sono per la prima volta fuori gioco.

In realtà, il quadro geopolitico è più complesso, dacchè si incrocia con le ragioni vere della controversia libica: il controllo delle sue grandi risorse petrolifere. Ora, la Turchia, che è priva di risorse energetiche fossili, sta facendo di tutto per acquisire quote delle riserve sottomarine al largo di Cipro, in cui è presente a nord dell'isola ancorché in modo giudicato illegittimo dal punto di vista del diritto internazionale. Per di più, ha appena firmato un accordo col Presidente libico al Serraj per costituire una area economica esclusiva in comune, che si protende senza soluzione di continuità dalle coste turche a quelle libiche, per sfruttare le risorse minerarie sottomarine. La Russia non ha alcun interesse a che la Turchia vada ad interferire sulle aree di estrazione del petrolio.

La Turchia vuole controllare le aree di sfruttamento petrolifero attorno alla sua area occupata nell'Isola di Cipro e soprattutto impedire la posa del futuro gasdotto EastMed che partirebbe dal giacimento rinvenuto al largo di Israele e che dovrebbe connettersi con quello denominato TAP (Trans Adriatici Pipeline) che parte dal Mar Caspio per approdare in Puglia. La Turchia vuole bloccarlo, per sfruttare giacimenti sotto la propria giurisdizione.

La Russia non ha alcuna intenzione di favorire questa ambizione turca: ha appena inaugurato un gasdotto che rifornisce la Turchia, il Blue Stream. Sarebbe stato la prima tratta del South Stream, il gasdotto che sarebbe arrivato fino all'Italia, se gli Usa non lo avessero bloccato. Per rimediare, la Russia si è accordata con la Germania per raddoppiare il North Stream: ha comunque trovato come raddoppiare le sue vendite di gas all'Europa. Gli Usa hanno messo delle sanzioni, per cercare di bloccarne la realizzazione, ma Russia e Germania resistono.
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