C'è già una prima crisi politica in corso a Bruxelles, che sfugge all'attenzione dell'opinione pubblica europea.
Mentre
l'uscita della Gran Bretagna è stata messa subito in sordina, considerandola un evento isolato, ora c'è il caso dei 12 eurodeputati ungheresi che sono stati eletti nella lista "
Fidesz", il partito che appoggia il Presidente Victor Orbàn. Abbandonano il Gruppo del PPE facendo venire meno la improvvisata e risicata maggioranza che aveva consentito la elezione della attuale Presidente della Commissione,
Ursula Von der Leyen: l'appoggio insperato degli europarlamentari italiani eletti per il M5S, sospinti da Giuseppe Conte allora alla guida della maggioranza giallo-verde in Italia, consentì di racimolare in extremis i voci necessari.
Ora,
con l'uscita dei deputati ungheresi dal PPE, nell'Europarlamento non c'è più una maggioranza: si naviga a vista.
La questione che riguarda l'
Ungheria è delicatissima: è
accusata di non rispettare i principi dello Stato di Diritto, sanciti dall'articolo 2 del Trattato. E' un addebito pesantissimo: se dovesse essere approvato dal Parlamento europeo, l'Ungheria perderebbe ogni diritto di voto e di partecipazione all'Unione. Manterrebbe tutti gli obblighi, anche quelli di contribuire al bilancio dell'Unione, perdendo i benefici: sarebbe peggio che uscire, come ha fatto la Gran Bretagna.
"