La
sospensione degli obblighi di pareggio di bilancio previsti dal Fiscal Compact, per via delle generalizzate condizioni economiche avverse, è stata estesa per l'anno in corso e lo sarà anche per il 2022: Germania e Francia, alle prese con le elezioni politiche, non vogliono intralci di sorta.
Nessuno, in Germania e Francia, si vuole presentare alle urne con un programma di austerità.
Nessuno vuole discutere della
revisione del Fiscal Compact, del pareggio strutturale dei bilanci e della riduzione di un ventesimo l'anno del debito pubblico eccedente il rapporto del 60% rispetto al PIL.
Nessuno osa neppure ipotizzare che cosa succederà dei titoli di Stato acquistati dalla BCE sulla base del Qe e del PEPP:
l'autonomia delle banche centrali è un dogma indiscutibile.
Nessuno ha il coraggio di mettere sul tappeto l'eventualità di dover ricorrere al MES ed alla preliminare ristrutturazione dei debiti pubblici giudicati insostenibili, con la procedura del
single limb che è stata introdotta con la recente revisione del Trattato istitutivo del MES.
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