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Africa, Interessate Ammissioni di Colpa

Per fronteggiare la Cina, il mea culpa di Francia e Germania


Inutile dire che, essendo stato tutto preparato nei minimi particolari, il Presidente rwandese ha affermato che le parole usate da Macron per chiedere il "dono del perdono" sono state ancora più importanti del riconoscimento delle responsabilità politiche.

Parigi ha deciso di superare finalmente le tensioni che duravano da ormai venticinque anni, e che erano arrivate al punto che non solo in Rwanda era stata cancellata ogni traccia fisica della presenza coloniale francese, ma era stata addirittura chiesta la adesione al Commonwealth britannico ed adottato nelle scuole l'insegnamento della lingua inglese.

Lasciato il Rwanda, Macron sta proseguendo il suo viaggio ufficiale per recarsi in Sud-Africa, stavolta per rinvigorire i rapporti con la comunità francese che è insediata lì da secoli.

Neppure poche ore dopo, è stata la Germania a fare un passo nei confronti della Namibia, a sua volta riconoscendo la propria responsabilità nei massacri della popolazione nel 1906-1907.
Non c'è niente di strano, in questi tardivi riconoscimenti di responsabilità: c'è innanzitutto il tentativo della Francia di essere il pivot politico dell'Occidente in Africa, di fronte alla avanzata della Cina, che da anni fa accordi di sviluppo direttamente con i governi africani: finanzia infrastrutture, soprattutto opere civili e di trasporto, in cambio di materie prime, erogando prestiti intergovernativi. E c'è la necessità per la Germania di non farsi scavalcare in Africa dalla politica di appeasement giocata dalla Francia.
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