Il
secondo shock è stato
innescato dalle politiche finalizzate alla transizione energetica, per evitare il riscaldamento ambientale eccessivo, che hanno introdotto condizioni ulteriori di discontinuità nelle strategie aziendali per via della
decarbonizzazione della produzione.
I
sussidi pubblici per investimenti innovativi nel settore ambientale e delle tecnologie informatiche, nell'ambito dei programmi NGUE in Europa e BBB negli USA
hanno appesantito i bilanci con nuovi impegni di spesa ed ulteriori debiti, che sono stati considerati positivamente in quanto favoriscono la crescita economica e la ripresa dopo la pandemia.
Sono stati
creati nuovi mercati finanziari, da quelli che piazzano e scambiano i "green bond" a quelli relativi ai diritti ambientali, come quelli di emissione della CO2.
Il
terzo shock si è avuto alla ripresa della attività, nel corso dei primi mesi del 2021, per un
aumento dei prezzi delle materie prime, della energia e della logistica. Questo fenomeno si è mostrato violento ed esteso, a livello globale.
Il
quarto shock, di
natura valutaria, è stato determinato sempre a partire dal primo trimestre del 2021, già dagli annunci della Fed in ordine alla cessazione delle misure eccezionali di accomodamento. Il dollaro ha preso a rafforzarsi sulle altre monete, per via dello spostamento dei capitali in vista di un aumento dei tassi di interesse.
Nel giro di un anno,
l'euro si è svalutato all'incirca del 20%. Anche lo
yen è precipitato ai livelli di cambio più bassi di sempre, come pure la sterlina britannica. Queste svalutazioni hanno reso ancora più grave il fenomeno inflazionistico determinato dall'aumento dei prezzi all'importazione delle materie prime, dei prodotti energetici ed agricoli che sui mercati internazionali sono quotati in dollari. Per Paesi manifatturieri e di trasformazione come Germania ed Italia, questo ha comportato un aumento elevatissimo dei prezzi alla produzione, incrementati anche del 30-40% in capo ad un anno.
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