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Crisi energetica, è sempre l’Unione del "fai da te"

Ci saranno regole comuni, ma ogni Paese dovrà arrangiarsi con le proprie risorse


In pochi mesi siamo passati così dal dirigismo mercatista dei Pacchetti Energia e dal piglio autocratico con cui è stata affrontata la complessa transizione ambientale con il programma FIT for 55 che definisce gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 alla schizofrenia politica: alla granitica compattezza con cui sono state decise all'unanimità le sanzioni alla Russia in campo economico e finanziario ha corrisposto la completa anarchia per quanto riguarda la crisi energetica in corso ormai dai primi mesi del 2021, da molto prima che la Russia invadesse la Ucraina con l'Operazione militare speciale iniziata il 24 febbraio scorso.

Solo il 30 settembre scorso il Consiglio dei Ministri dell'energia ha trovato un accordo di principio che dovrà essere articolato dalla Commissione con un apposito Regolamento:

Questi sono i punti dell'accordo:

1) Riduzione della domanda di energia elettrica

Obiettivo volontario di riduzione complessiva del 10% del consumo lordo di energia elettrica e un obiettivo obbligatorio di riduzione del 5% del consumo di energia elettrica nelle ore di punta. Gli Stati membri individueranno il 10% delle loro ore di punta durante le quali ridurranno la domanda nel periodo compreso tra il 1º dicembre 2022 e il 31 marzo 2023.

In tale periodo gli Stati membri saranno liberi di scegliere le misure idonee a ridurre il consumo in vista del conseguimento di entrambi gli obiettivi.

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