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Crisi energetica, è sempre l’Unione del "fai da te"

Ci saranno regole comuni, ma ogni Paese dovrà arrangiarsi con le proprie risorse


2) Tetto sui ricavi di mercato per i produttori inframarginali

E' stato fissato un tetto sui ricavi di mercato a 180 EUR/MWh per i produttori di energia elettrica, compresi gli intermediari, che utilizzano le cosiddette tecnologie inframarginali per produrre energia elettrica, come le energie rinnovabili, il nucleare e la lignite. Si contrasta dunque il fenomeno riscontrato da mesi, per cui questi operatori hanno realizzato inaspettatamente notevoli guadagni finanziari, senza che i loro costi operativi aumentassero. Questo è dovuto al ruolo del carbone e del gas che, come fonti marginali di fissazione dei prezzi, gonfiano attualmente il prezzo finale dell'energia elettrica. Il livello del tetto è concepito in modo da preservare la redditività degli operatori ed evitare di ostacolare gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Gli Stati membri potranno utilizzare misure di loro scelta per incassare e riorientare i ricavi eccedenti verso il sostegno e la protezione dei clienti finali di energia elettrica.

3) Prelievo di solidarietà per il settore dei combustibili fossili

Verrà fissato un contributo di solidarietà temporaneo obbligatorio sugli utili delle imprese attive nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e della raffinazione. Il contributo di solidarietà sarebbe calcolato sugli utili imponibili, determinati secondo la normativa tributaria nazionale nell'esercizio fiscale avente inizio nel 2022 e/o nel 2023, che eccedono un aumento del 20% degli utili imponibili medi annui dal 2018. Il contributo di solidarietà si applicherà in aggiunta alle imposte e ai prelievi ordinari applicabili negli Stati membri.

Gli Stati membri utilizzeranno i proventi del contributo di solidarietà per offrire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese e per attenuare gli effetti degli elevati prezzi al dettaglio dell'energia elettrica.
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