E' del tutto improbabile che lo stesso avvenga nei settori industriali e nella vita quotidiana:
l'energia elettrica nei Paesi più poveri continuerà ad essere prodotta utilizzando sempre il carbone, il petrolio e naturalmente il gas. Serve molta fantasia per immaginare che ci possa essere dappertutto nel mondo una loro completa sostituzione con sistemi fotovoltaici oppure eolici. Oppure con sistemi azionati dalle onde del mare.
Qui sta il punto: l'America e l'Europa dovranno difendere le proprie industrie che avranno costi dell'energia enormemente più elevati, ed i propri cittadini che già pagano bollette più elevate, che devono acquistare auto elettriche molto più dispendiose, che devono rispettare standard molto più stringenti per ogni attività.
A quel punto saranno introdotti i dazi ambientali per rendere più costose le merci importate o i servizi forniti dai Paesi che sono più indietro con gli Standard ambientali.
In America già viene teorizzato il Border Tax Adjustement al fine di rendere equivalente il costo ambientale dei prodotti.
Non potendo più contrastare il libero commercio in cui i Paesi poveri battono la concorrenza dei Paesi ricchi sulla base di salari più bassi o di una intensificazione del lavoro per noi inaccettabile, la
Carbon Tax diventa un rimedio miracoloso: la Tesla che verrà prodotta in Cina nello stabilimento di Shanghai costerà di più della medesima Tesla prodotta negli Usa o in Europa. E' così che si batte la concorrenza dei Paesi poveri: bisogna farlo per salvare il Pianeta.
L'Occidente si era illuso di governare il mondo con la globalizzazione, ed ora cerca di correre ai ripari. E' sempre "il migliore", "il più civile" rispetto al resto del mondo, cui insegna ancora una volta quale sia la via corretta da seguire, nell'interesse del Pianeta. Nel proprio interesse.
Dazi Ambientali e Deglobalizzazione Green Economy? La Grande Muraglia dei Paesi ricchi(Foto: sarayutsy | 123RF)
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