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Scuola, nuove tabelle stipendiali penalizzano neo assunti e chi ha più di 27 anni servizio

Economia, Welfare
Scuola, nuove tabelle stipendiali penalizzano neo assunti e chi ha più di 27 anni servizio
(Teleborsa) - Con l'accordo sottoscritto da Flc-Cgil, Cisl e Uil, lo scorso 9 febbraio all’Aran, è stato ratificato l'annullamento del primo gradone stipendiale (3-8 anni) per chi è stato assunto a partire del 2011, come previsto dal Contratto integrativo di lavoro di quello stesso anno, norma, peraltro, disapplicata da diverse sentenze dei tribunali del Lavoro con ricorsi presentati dall’Anief.



Ma l’aspetto che più sorprende - spiega il sindacato della scuola - "è la mancata approvazione di un nuovo gradone stipendiale relativa alla fascia 36–43 anni: invece di adattare le fasce all’allungamento progressivo dell’età pensionabile, prendendo atto che con la riforma Monti-Fornero e l’innalzamento dell’aspettativa di vita l’uscita dal mondo del lavoro per le pensioni di anzianità è stata spostata in avanti di quasi un decennio. Come se nulla fosse accaduto, invece, si è confermato l'ultimo gradone, posto a 35 anni di carriera".

"La verità - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - è che per cercare di assegnare anche alla scuola gli 85 euro lordi pattuiti dalle Confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016, la contrattazione ha inventato delle formule, come la cosiddetta perequazione per salvaguardare le buste paga più basse. In tale situazione, tutte le esigenze da attuare, invece, non sono state messe da parte. Passando anche sul fatto che si sono approvate delle norme contrattuali che colpiscono i lavoratori vecchi e i giovani, non predisponendo un avanzamento di carriere né per chi è ad inizio né per chi è a fine carriera. E a poco importa, avranno pensato sindacati rappresentativi e amministrazione, se in questo modo si è andato a calpestare il principio della parità retributiva”.

Inoltre - continua il sindacalista - "ci si aspettava una nuova fascia, la 36-43 anni, attraverso la quale si sarebbe recepito nel contratto collettivo nazionale il sensibile allungamento dell'età pensionabile. Invece, inspiegabilmente, nell'ipotesi di contratto accordato dalla parte pubblica con i sindacati Confederali, si condannano gli over 60 a percepire lo stesso stipendio fino all'ultimo anno prima di andare in pensione. Tra l’altro per vedersi riconosciuto un assegno di quiescenza destinato a diventare la metà di quanto percepito con l’ultimo stipendio" - aggiunge Pacifico.
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