(Teleborsa) - Gli investitori tornano a vendere i titoli di Stato americani dopo una breve tregua, spedendo in rosso Wall Street.
I
rendimenti dei Treasury decennali si sono portati al 2,99% dopo aver toccato in intraday la soglia psicologica del 3% come
non accadeva da gennaio del 2014.
A favorire il movimento rialzista le
attese per un aumento delle pressioni inflazionistiche, cosa che potrebbe spingere la Federal Reserve ad assumere un
atteggiamento più aggressivo in materia di politica monetaria, procedendo con
quattro aumenti del costo del denaro nel corso del 2018 al posto dei tre stimati ad oggi.
Le aspettative per una aumento dei prezzi sono sostenute anche da alcuni dati macroeconomici diffusi oggi, quali ad esempio le
vendite nuove abitazioni, balzate ai massimi di 4 mesi, e il
miglioramento della fiducia dei consumatori, che sosta sui massimi di 18 anni.
Di un certo peso anche l'
allentamento delle tensioni geopolitiche, soprattutto
tra Stati Uniti e Corea del Nord, e le
aspettative per un ammorbidimento da parte dell'Amministrazione Trump in materia di dazi.
Tutto ciò ha diminuito l'appetito per gli asset ritenuti "beni rifugio", quali i T-bond a stelle e strisce, ma
non ha portato ad un contestuale aumento dell'appetito per l'azionario.
Wall Street ha infatti annullato i rialzi messi a segno nella prima ora di contrattazioni.
A prevalere sono i timori che un exploit dei rendimenti dei Treasury decennali possa portare ad
contestuale aumento dei costi dei finanziamenti per le aziende americane, dal momento che il T-bond a dieci anni è un benchmark per fissare il tasso dei prestiti.
Dopo un avvio in verde in scia all'ottimismo per alcune
trimestrali migliori delle attese il
Dow Jones lima lo 0,17%, l'
S&P-500 lo 0,24%, il
Nasdaq 100 lo 0,70%.
Al
top tra i
giganti di Wall Street Caterpillar (+3,32%) grazie al bilancio migliore delle attese e al miglioramento dell'outlook,
Intel (+2,50%),
Verizon Communication (+1,99%) e
General Electric (+1,52%).
Le peggiori performance, invece, si registrano su
3M, che lascia sul parterre il 6,97% in scia all'allarme ricavi lanciato oggi.