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Scuola, gli aumenti "mancia" solo a giugno: pochi e nemmeno subito

Economia
Scuola, gli aumenti "mancia" solo a giugno: pochi e nemmeno subito
(Teleborsa) - Gli incrementi stipendiali netti di oltre 1 milione e 200mila dipendenti, attesi dallo scorso mese di marzo, si aggireranno sui 50 euro, perché chi ha una minore anzianità di servizio avrà un minore importo della contribuzione previdenziale e un’aliquota Irpef inferiore.

Rimane in ogni caso "abissale" la distanza tra quanto avrebbero dovuto percepire i lavoratori della scuola e l’esiguo aumento che giungerà nei loro stipendi. Basta ricordare - spiega il sindacato della scuola Anief - che per il periodo 2007/08-2015/16, gli anni del blocco del contratto della Scuola, solo qualche giorno fa l’Aran ha calcolato, prendendo in esame le principali fonti statistiche nazionali disponibili (Ragioneria generale dello Stato e Conto annuale, Istat), che la "perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici" rispetto all’inflazione equivale all’8,1%. Inoltre, nel periodo in cui gli stipendi pubblici non facevano ravvisare incrementi, nel settore privato gli aumenti hanno toccato quota 3,6 punti.

Il fatto che a quantificare la distanza stipendiale sia stata proprio l’Aran, l’artefice del contratto collettivo nazionale assecondato dai sindacati Confederali, "la dice lunga su quanto possa essere stato sconveniente sottoscrivere l’accordo del 20 aprile scorso" - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. "L’Aran sa bene che di indennità di vacanza contrattuale il personale avrebbe dovuto ricevere almeno il 4%".

Anche il gap sullo stipendio tabellare "grida" vendetta - aggiunge il sindacalista - . Tra il 2010 e il 2016 il personale della scuola si è visto sottratto 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. "A questo punto, considerando la presa in giro cui il personale è stato sottoposto, con gli aumenti “mancia” che arriveranno nei prossimi 50 giorni, secondo noi è lampante che per avere giustizia non rimane che attivare la battaglia nei tribunali: in questo modo Anief, attraverso i propri legali, punta a recuperare almeno il 50% del tasso IPCA non aggiornato dal settembre 2015" - conclude Pacifico.
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