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Risparmio, italiani accumulatori, europeisti e in cerca di certezze per il futuro

Presentata oggi l'Indagine ACRI-Ipsos sul Risparmio degli italiani e le loro preferenze. Il Presidente dell'ACRI Giuseppe Guzzetti ha introdotto il rapporto, sottolineando che oggi domina l'incertezza ma i giovani al Centro-Sud sono più ottimisti

Economia
Risparmio, italiani accumulatori, europeisti e in cerca di certezze per il futuro
(Teleborsa) - Incertezza e sfiducia dei risparmiatori: questi i temi dominanti dell'indagine ACRI-Ipsos sul risparmio degli italiani, presentata alla vigilia della 94^ Giornata Mondiale del Risparmio, che avrà luogo domani a Roma. Interverranno il Presidente dell'ACRI, Giuseppe Guzzetti, il Presidente dell'ABI Antonio Patuelli, il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ed il Ministro delle Finanze Giovanni Tria.



L'approfondimento di quest'anno proposto dall'ACRI per la 94^ Giornata mondiale del risparmio riguarda "Etica del risparmio e sviluppo", per porre l'attenzione su alcune tendenze che vanno emergendo.

Il presidente dell'ACRI, Giuseppe Guzzetti, ha introdotto la presentazione del rapporto annuale, sottolineando alcuni aspetti interessanti: quello che domina in questo momento è l'incertezza, gli italiani rilevano alcuni miglioramenti e sperano in una situazione più favorevole nel futuro e che i più ottimisti sono gli under '30 residenti al Centro-Sud.Da segnalare anche il peggioramento delle condizioni di lavoro rilevato dall'11% degli italiani ed in aumento rispetto al 5% del 2017.

Ad illustrare il rapporto l'Amministratore delegato dell'Ipsos, Nando Pagnoncelli, che ha messo in luce gli aspetti più significativi dell'indagine.


Famiglie in attesa di certezze e convinte di restare in UE

Dall'indagine emerge che "il 2018 sembra essere un anno di attesa per molti italiani, che stanno vivendo una situazione non definita di equilibrio precario". Una situazione caratterizzata da "piccoli miglioramenti" nel passato più recente e "grandi aspettative" per il futuro in un presente che appare "complesso e contraddittorio".

Più positivi risultano i giovani fino a 30 anni nel Centro-Sud, molto meno i 31-44enni nel Nord_Est, per i quali si registra un calo della fiducia. Una evoluzione che viene letta con l'elezione del nuovo Governo, in primavera, e con le aspettative dei giovani verso l'esecutivo ed i programmi annunciati per il Mezzogiorno.

L'incertezza regna sovrana e "le prospettive dell'Italia sembrano essere sempre più legate all'Europa", rafforzando la preferenza delle famiglie per una "scelta europeista" (66%). Peraltro, l'UE continua a dividere gli italiani (il 47% ne ha fiducia ed il 53% di fida poco), a conferma che la sfiducia sembra esprimere più un rammarico per ciò che l'Europa potrebbe essere anziché un rifiuto del progetto europeo.

L'Euro riguadagna consensi. L'indagine rivela che gli insoddisfatti verso l'euro sono 2 su 3, ma la percentuale è in diminuzione rispetto al precedente rapporto che rilevava una quota di 3 su 4 di insoddisfatti verso la moneta unica. Gli italiani però non sono disposti ad abbandonare l'Euro (solo il 29% ritiene che bisognerà uscire dall'Euro mentre il 56% pensa che bisognerà restarvi).

Risparmiare resta imprescindibile ed una scelta cautelativa

In questo quadro si rafforza il desiderio di risparmiare, che si rivela "molto forte" e riguarda l'86% degli italiani, una percentuale stabile rispetto allo scorso anno. Si riduce invece leggermente la popolazione delle "cicale" che preferisce spendere tutto (cala di 2 puynti al 10%).

Interessante osservare che questa tensione al risparmio deriva proprio dagli elementi di incertezza per il futuro: il 38% delle famiglie dichiara di non vivere tranquillo se non riesce a mettere da parte qualche risparmio ed il 39% dice di esser riuscito effettivamente a risparmiare.

Il 7% delle famiglie dichiara che nel 2018 la propria situazione economica è migliorata. Permangono però anche elementi contraddittori: crescono le famiglie che sono riuscite a mantenere lo stesso tenore di vita (37%), ma anche quelle che dichiarano di essere state colpite dalla crisi che si attestano a 1 su 4 (24%). Aumentano le famiglie con un saldo negativo, che si attestano al 22% (erano al 21% nel 2017).

Parallelamente alla crescita della propensione al risparmio si evidenziano scelte di consumo più "guardinghe ed accorte". L'aumento del risparmio lordo delle famiglie è un dato certificato anche dall'Istat e si attesta al 18% sullo stesso periodo del 2017.

Non viene smentita dall'indagine la storica preferenza degli italiani verso la liquidità, che resta elevata e riguarda 2 italiani su 3, anche se aumentano di 4 punti percentuali quelli che preferiscono investire.

Guardando alla tipologia di risparmio, l'indagine dice che non esiste più l'investimento "ideale", anche se il 32% dà una preferenza agli immobili ed il 31% preferisce investimenti finanziari "più sicuri".

Perché risparmiare?

Il rapporto conferma che "risparmiare è tranquillità e saggezza", ma comporta anche "qualche sacrificio": per il 64% degli italiani risparmiare significa fare a meno delle spese "superflue" ed "evitare sprechi".

Il risparmio richiama sempre alla mente rimandi positivi (82%) legati soprattutto all'idea della tranquillità (39%), della tutela (21%) e della saggezza (19%). Ma è sempre molto legato all'idea di futuro per tutelarsi da rischi futuri (37%) o accumulare per progetti futuri (26%).

Cresce la quota di coloro che attribuiscono al risparmio anche una valenza sociale: per educare le future generazioni o per lo sviluppo sociale, civile.

Fiducia e sostenibilità diventano un tema chiave per le aziende

Analizzando i destinatari delle decisioni di risparmio, che si riversano poi sugli investimenti nelle imprese, si nota una preferenza sempre più diffusa verso un modello di azienda che opera in modo responsabile e sostenibile. Occorre dunque che tenga conto di elementi quali la fiducia dei cittadini, consumatori, risparmiatori e, non meno importante, delle conseguenze delle sue azioni sull'ambiente e sul tessuto sociale.

Come corollario, l'azienda "modello" dovrebbe avere a cuore i dipendenti (77%), i clienti (38%) e l'ambiente (38%), evitando lo sfruttamento minorile (80%), la corruzione (77%) ed eventuali rischi per i consumatori (75%).


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