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Fiat Chrysler, in calo anche le vendite negli Stati Uniti

Nel mese di marzo le vendite di FCA negli USA hanno registrato una contrazione del 7,3%

Finanza
Fiat Chrysler, in calo anche le vendite negli Stati Uniti
(Teleborsa) - Piccolo spunto rialzista per il Lingotto, che segna in chiusura un rialzo dello 0,99% sulla borsa di Milano nonostante i deludenti dati sulle immatricolazioni negli Stati Uniti che seguono temporalmente quelli di ieri relativi all'Italia. Nel mese di marzo le vendite di FCA negli USA hanno registrato una contrazione del 7,3%, deludendo le attese del mercato, mentre in Italia la flessione è stata di oltre il 19%.

La partenza è stata difficile per il titolo che è partito a 13,47 Euro, sopra il livello più basso della giornata precedente, per poi migliorare progressivamente nel corso della giornata.

A livello comparativo su base settimanale, il trend di Fiat Chrysler evidenzia un andamento più marcato rispetto alla trendline del FTSE MIB. Ciò dimostra la maggiore propensione all'acquisto da parte degli investitori verso la casa automobilistica torinese rispetto all'indice.

Lo status tecnico di Fiat Chrysler è in rafforzamento nel breve periodo, con area di resistenza vista a 13,91, mentre il primo supporto è stimato a 13,35. Le implicazioni tecniche odierne propendono per un ampliamento della performance in senso rialzista, con resistenza vista a quota 14,48.

Fiat Chrysler, caratterizzato da un forte appeal speculativo, risulta essere un ottimo investimento per coloro che sono fortemente propensi al rischio e che sanno eventualmente come arginare le perdite nel caso in cui diventino ingenti, a fronte però di un potenziale guadagno piuttosto ampio. L'ago della bilancia, infatti, potrebbe oscillare ampiamente in entrambe le direzioni, visto il livello di volatilità giornaliera che si posiziona a 2,351. Piuttosto elevati i volumi giornalieri pari a 21.962.176 rispetto a quelli della media mobile a 11.846.674.

Le indicazioni sono da considerarsi meri strumenti di informazione, e non intendono in alcun modo costituire consulenza finanziaria, sollecitazione al pubblico risparmio o promuovere alcuna forma di investimento.

(A cura dell'Ufficio Studi Teleborsa)
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