(Teleborsa) - Dopo oltre
tre ore di discussione, il
Consiglio dei Ministri ha approvato il
Dl crescita, con la formula
“salvo intese” che tradotto vuol dire che ci sono ancora diversi
nodi politici da scogliere. Non si sblocca la "vexata quaestio" sui
rimborsi ai risparmiatori
truffati, al centro di un braccio di ferro tra le forze di maggioranza e il Ministro dell’Economia Giovanni
Tria. La questione sarà affrontata ancora nel Cdm previsto per martedì 9 aprile mentre il Presidente del Consiglio
Giuseppe Conte, lunedì 8 aprile, incontrerà le
associazioni dei risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie. Al momento dunque
nessuna fumata bianca tra il
Ministro Tria e il Vicepremier M5s Luigi di Maio, anche se fonti del Movimento fanno sapere che “ha vinto la linea Di Maio sul risarcimento dei risparmiatori truffati“, spiegando appunto nel decreto crescita non sono entrate le norme volute inizialmente da Tria e che avrebbero modificato gli accordi assunti con le associazioni di risparmiatori.
“Nessuna norma può essere inserita senza accordo delle associazioni”, avrebbe tuonato
Di Maio in Cdm.
Tiene il punto il Ministro dell'Economia Tria: per firmare i decreti attuativi esige una norma primaria che modifichi la legge di Bilancio e preveda una sorta di tutela dei funzionari del Mef che potrebbero rischiare l'accusa di danno erariale da parte della Corte Conti, indicando Consap come ente erogatore dei risarcimenti.