(Teleborsa) - Previsto per domani,
9 aprile, a Bruxelles il
ventunesimo vertice bilaterale tra l'Unione europea e la Cina. Alla vigilia dell'incontro però
non sembrano essere buone le previsioni per quanto riguarda i progressi fatti nelle discussioni fra le parti. Infatti, se non dovessero esserci schiarite nelle prossime ore, potrebbe risultare ardua la firma di un documento congiunto. A far vacillare le certezze, una vistosa
retromarcia di Pechino su una serie di richieste dell'Ue, rispetto all'ultimo summit bilaterale del luglio 2018.
La settimana scorsa a lanciare l'allarme sul dietro front cinese è stato lo stesso presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il quale ha raccomandato ai Ventotto di respingere la bozza, poiché questa risulterebbe essere un chiaro passo indietro rispetto alla dichiarazione congiunta firmata l'anno precedente. Nella bozza infatti,
mancherebbero gli impegni dalla parte cinese riguardo a riforma dell'Omc, sussidi di Stato all'industria, accesso al mercato, parità di trattamento ("level playing field") per le imprese europee in Cina, nonché per il dialogo sulla sovraccapacità nella produzione dell'acciaio, tutte richieste chiave per l'Ue.
Al vertice indetto parteciperanno, in cerca di un'intesa, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, accompagnati dall'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc), Federica Mogherini, e dal vicepresidente della Commissione responsabile per crescita, investimenti e competitività, Jyrki Katainen. La Cina sarà rappresentata dal premier del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, Li Keqiang e dal ministro degli Esteri, Wang Yi, che saranno accompagnati da altri ministri di Pechino per le discussioni settoriali.