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Pernigotti, Laica si sfila dalla trattativa ed Emendatori dimezza l'offerta

Settimana nera per l'azienda di Novi Ligure. Dopo la decisione di Laica di rinviare di un anno l'accordo, anche la trattativa con il "re dei gelati" è in stallo

Economia
Pernigotti, Laica si sfila dalla trattativa ed Emendatori dimezza l'offerta
(Teleborsa) - Lo stabilimento di Novi Ligure rimane chiuso e sul fronte gelati la trattativa è in stallo. Settimana nera per Pernigotti che, tra lunedì e martedì, ha visto sfilarsi dalla trattativa prima Laica, l'azienda del novarese che produce 5 milioni di cioccolatini al giorno e si è candidata a rilevare l'eredità produttiva dell'azienda, poi, ieri, anche l'imprenditore romagnolo Giordano Emendatori interessato al ramo gelati.

"Dopo attente verifiche sui conti, sull'azienda e sul mercato abbiamo deciso di dimezzare l'offerta fatta in prima battuta alla proprietà turca" ha affermato Emendatori, fondatore ed ex presidente di Mec3, azienda attiva nella preparazione dei prodotti per la gelateria e la pasticceria, ceduta nel 2014 a un fondo statunitense. Anche se non tutto è perduto e lo stesso Emendatori ha sollecitato una mediazione al sindaco di Novi Ligure, intanto l'incontro previsto ieri a Milano tra i Toksoz e i sindacati, per formalizzare la cessione di ramo d'azienda della I&P, la divisione Pernigotti impegnata nella produzione di gelati, all'imprenditore è saltato. "Lunedì sera – racconta Piero Frescucci, rsu della Pernigotti – la proprietà ci ha informato che l'incontro sarebbe saltato poiché la firma con l'acquirente del ramo creme non c’è stata. Al momento non conosciamo i motivi. Cercheremo di avere maggiori informazioni dall'azienda".

Un congelamento della trattativa che preoccupa i sindacati, interessati a conoscere le conseguenze occupazionali per i cassa integrati della fabbrica chiusa da febbraio, e arriva all'indomani della decisione di Laica di rinviare tutto al prossimo anno per quanto riguarda la produzione di cioccolato per conto dei Toksoz a Novi Ligure. La richiesta cardine del piano industriale presentato dal presidente e amministratore delegato di Laica, Andrea Saini, alla proprietà turca della Pernigotti era, infatti, quella di far ripartire gli impianti dello stabilimento di Novi in un range temporale compreso tra 13 maggio e il 31 ottobre, in tempo per la prossima stagione natalizia. Ma, ad oggi, le macchine sono ferme e il negoziato è a un punto critico.

"Siamo disponibili a mettere a disposizione i nostri impianti per alcune produzioni, ma ce ne sono altre come nocciolati, cremini e torroni che devono essere prodotte nell'hub di Novi" ha affermato Saini prendendo atto che, ormai, i tempi tecnici si sono allungati a dismisura e non c’è più la possibilità di avviare la produzione in tempo per Natale. "Il perfezionamento di un accordo commerciale di questo genere richiede qualche settimana – ha spiegato Saini – così come l’accordo con il sindacato per i quaranta dipendenti. E poi occorre il tempo materiale per fare ripartire gli impianti. Questo margine non c’è più".

Per questo motivo Laica, pur non ritirandosi dall'accordo, lo pospone di un anno chiedendo a Toksoz di compiere le operazioni necessarie per la ripresa della produzione. Ma per mangiare il torrone, ormai, bisognerà aspettare le Feste del prossimo anno.

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