(Teleborsa) -
Il presidente americano Donald Trump deciderà se procedere con ulteriori dazi contro la Cina dopo il possibile incontro con il
presidente cinese Xi Jinping a margine dei lavori del G20. Ieri durante l'incontro con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha minacciato un
aumento delle imposte su 300 miliardi di beni cinesi che potrebbe superare il 25% e che, in caso di mancato accordo, potrebbe essere esteso alla totalità delle importazioni dalla Cina. Una misura che – come ha affermato Trump in un'intervista alla Cnbc – scatterà nel caso in cui salterà l'incontro con il presidente cinese al
G20 che si terrà il prossimo 28 e 29 giugno a Osaka, in Giappone. "Penso che (Xi
ndr) ci sarà, l'incontro è programmato. Ho un buon rapporto con lui, è un grande uomo, molto intelligente, ma lui è dalla parte della Cina e io da quella degli Stati Uniti" ha affermato Trump. "Ci aspettiamo un incontro – ha aggiunto Trump – e dal nostro punto di vista
l'accordo migliore a cui possiamo giungere è il 25% su 600 miliardi". Nel caso in cui l'incontro dovesse saltare "aumenteremo i dazi - che attualmente sono in vigore sul 35-40% dei prodotti cinesi che gli Usa importano – tassando anche il restante 60%" ha minacciato Trump.
"Trump vuole elevare al massimo la pressione per forzare la Cina a tornare al tavolo delle trattative. E se non ci sarà un incontro tra i due leader, il Presidente Usa darà la colpa alla Cina" ha affermato a Bloomberg
l'ex ministro del Commercio cinese Zhou Xiaoming.Secondo indiscrezioni diffuse dalla stampa statunitense nei giorni scorsi, a seguito dell'ultima sessione di consultazioni di alto livello a Pechino,
"Usa e Cina hanno concordato oltre il 90 per cento dell'accordo commerciale", ma "alla fine non sono riusciti a colmare il divario in merito ai sussidi cinesi".