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Federchimica: "Produzione stagnante"

Nei primi 4 mesi dell'anno 0,0% sullo stesso periodo del 2018, Lamberti: "Imperativo tornare a crescere"

Economia
Federchimica: "Produzione stagnante"
(Teleborsa) - Nei primi 4 mesi del 2019 la produzione chimica in Italia è stata stabile rispetto allo stesso periodo dell'anno passato, con un tasso dello 0,0%. È il dato emerso nel corso dell'assemblea annuale di Federchimica che si è tenuta a Milano.

Per la prima volta dopo tre anni, il settore chimico non è cresciuto e anzi, le prospettive per l'anno in corso sono in negativo, con il rischio di un calo nella produzione contro la crescita, seppur minima dello 0,5%, con cui si era chiuso il 2018.

"Per la prima volta da molti anni stiamo subendo una battuta d'arresto", ha evidenziato Paolo Lamberti, presidente di Federchimica. "Abbiamo una crescita a zero rispetto al primo trimestre dell'anno scorso e le previsioni per la seconda parte dell'anno prevedono una produzione ancora stagnante, con un rischio che, se la situazione macroeconomica dovesse peggiorare, ci potrebbe essere un ulteriore calo".

A pesare, secondo i dati dell'associazione, è stata la contrazione del settore auto e il generale ripiegamento in quasi tutti i settori clienti. "Si mantengono in moderata espansione solo quelli connessi ai consumi non durevoli delle famiglie (cosmetica, detergenza e chimica destinata all'alimentare)", si legge nella nota congiunturale.

"Tornare a crescere è imperativo", ha aggiunto Lamberti che ha ricordato le "necessarie semplificazione normative e la riforma della pubblica amministrazione" come primi passi fondamentali per il comparto.

Si tratta, precisa il presidente di Federchimica di "ambiti dove il divario tra l'Italia e gli altri Paesi è massimo. Sono interventi che non generano debito pubblico e non vanno contro le regole europee, ma serve visione e volontà politica per attuarle" anche perché, partendo dalla chimica, "il settore più regolamentato", si possono estendere a tutti gli altri settori.

Necessari infine sono gli "investimenti per la ricerca e sviluppo così come la valorizzazione dei nostri centri di eccellenza per rendere attraente l'Italia per i ricercatori, italiani ed esteri", ha concluso Lamberti.
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