(Teleborsa) - Piccoli aumenti per le utenze dell'energia elettrica e del gas naturale e per alcune tariffe pubbliche, ma
l'inflazione rimarrà contenuta anche nel 2019. Questo è quello che emerge dal monitoraggio dei prezzi periodico operato da
Unioncamere, dopo che l'Istat ha
rivisto al ribasso l'inflazione di luglio ai minimi dal 2016.
La debolezza della domanda globale si ripercuote sui
prezzi delle materie prime: nei primi cinque mesi del 2019 le
quotazioni del petrolio avevano registrato una fase di recupero anche a causa delle tensioni geo-politiche, ma hanno subito una correzione per i timori di rallentamento dell'Economia globale.
Nella prima metà dell'anno le
materie prime come i metalli hanno evidenziato una contrazione così come le commodity alimentari che vedono delle quotazioni cedenti nonostante qualche recupero riconducibile all'epidemia di febbre suina in
Cina e alla ridotta produzione di latte in
Australia e
Nuova Zelanda. Ritmi di crescita inferiori a causa della
disoccupazione, bassi profitti e salari stagnanti che mantengono
l'inflazione italiana su ritmi di crescita inferiori a quelli dei maggiori Paesi europei: l'inflazione media è attesa
scendere allo 0,8%, mentre l'inflazione al consumo rimane
inferiore all'1%, con aumenti superiori alla media dei prezzi al consumo che si osservano tra le tariffe pubbliche e dai servizi energetici.
Ritmi di crescita sostenuti, invece, nell'ambito dei
servizi privati che si osservano per i servizi di trasporto (+1,7%) e
per gli alberghi e pubblici esercizi che si mantengono sul punto percentuale di crescita. Gli
alimentari mostrano andamenti più contenuti (+0,4% tendenziale), spinti soprattutto dal
fresco ortofrutticolo (+1,1%).