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Scuola, "no" del ministro Affari regionali Boccia a regionalizzazione concorsi

Il ministro dice "sì su alcune cose organizzativo-gestionale, ‘no’ a una scuola che cambi profilo. Lo dice la Costituzione"

Economia, Scuola
Scuola, "no" del ministro Affari regionali Boccia a regionalizzazione concorsi
(Teleborsa) - Sull'autonomia scolastica "non c’è nessun margine di trattativa", almeno per quel che riguarda i "concorsi dei docenti, come hanno chiesto alcune Regioni, perché la scuola è dello Stato e ha un profilo unico": è categorico il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, parlando di autonomia regionale declinata alla scuola a margine di un incontro a Trieste. Per lui la regionalizzazione degli istituti scolastici è un’idea sbagliata che va rigettata, anche per il rischio dei tanti ricorsi, singoli e collettivi, che comporta.



Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene condivisibile la posizione, avversa a regionalizzare i concorsi della scuola, espressa dal ministro degli Affari regionali, ricordando come "la sentenza n. 76/2013 della Consulta abbia messo a nudo la violazione del secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione, da parte di chi promuove il modello dell’autonomia differenziata. Senza dimenticare le due sentenze (nn. 147/2012 e 37/2005) dalle quali è risultato con chiarezza che personale Ata e dirigente scolastico sono lavoratori dello Stato, senza deroghe. E con la stessa sentenza n. 242 della 2011, sempre la Corte Costituzionale ha ricordato che la valutazione dei punteggi nel reclutamento del personale docente, diversi da quelli concordati con lo Stato a livello nazionale, non sono fattibili, nemmeno nella Provincia autonoma di Trento, che è collocata tra l’altro su un territorio a statuto speciale e che quindi potrebbe godere di trattamenti legislativi particolari. Va, infine, usata molta cautela nel regionalizzare altre funzioni, come quella di formare scuole e classi, perché l’interesse politico-locale rischierebbe di prevalere sulla formazione degli alunni e sul diritto allo studio".
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