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Intelligenza Artificiale, il mercato italiano vale 200 milioni di euro

Imprese italiane sempre più consapevoli delle potenzialità dell'AI: per il 79% è un'opportunità

Economia, Scienza e tecnologia
Intelligenza Artificiale, il mercato italiano vale 200 milioni di euro
(Teleborsa) - L'Intelligenza Artificiale in Italia ha un mercato che vale 200 milioni di euro anche grazie alla sempre più maggiore consapevolezza delle aziende che ne hanno compreso le potenzialità, vedendola sempre più come un'opportunità che non va a intaccare il fattore umano.

Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca dell'Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno "Artificial Intelligence: learn to fly!" organizzato al Campus Bovisa.


L'Artificial Intelligence ormai parla sempre più italiano con un mercato che nel 2019 tra software, hardware e servizi, ha un valore 200 milioni di euro, di cui il 78% commissionato da imprese italiane e il 22% come export.

Tra i diversi settori, l'AI è diffusa in particolare nelle banche e finanza (25% del mercato), nella manifattura (13%), nelle utility (13%) e assicurazioni (12%).

La quota principale della spesa (il 33%) è dedicata a progetti di Intelligent Data Processing, algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, seguiti da quelli di Natural Language Processing e di Chatbot/Virtual Assistant (28%) in grado di comprendere il linguaggio naturale ed eventualmente fornire risposte a un interlocutore.

In particolare, emerge il dato di una maggiore consapevolezza delle caratteristiche dell'AI: il 90% ha compreso che può replicare specifiche capacità dell'intelligenza umana, mentre solo il 6% crede che possa replicarla completamente.

Tra le aziende della domanda, ben il 79% vede l'intelligenza artificiale un'opportunità e solo il 3% un'innovazione destinata a non affermarsi (e il 18% non ha ancora un'opinione).

Infine, il 96% delle imprese che hanno già implementato soluzioni di AI non rileva effetti di sostituzione del lavoro umano da parte delle macchine, solo l'1% nota che l'AI ha eliminato alcuni posti di lavoro, mentre il 3% ha mitigato gli effetti sui lavoratori coinvolti grazie a strumenti di protezione sociale.

Più che sostituire le capacità degli esseri umani, infatti, l'AI le sta aumentando: il 48% delle imprese evidenzia che le soluzioni di intelligenza artificiale adottate non hanno direttamente coinvolto attività svolte dalle persone, il 28% che le attività sostituite hanno permesso ai lavoratori di dedicarsi con maggiore dedizione a quelle rimanenti, il 24% che sono stati necessari ricollocamenti, anche parziali, dei lavoratori coinvolti.

"Il valore di 200 milioni di euro per il mercato dell'AI in Italia rappresenta solo l'inizio di un percorso, dal potenziale largamente inesplorato, ha affermato Alessandro Piva, direttore dell'Osservatorio Artificial Intelligence.

"Le imprese italiane sono sempre più consapevoli dell'opportunità di questo trend e si stanno strutturando per creare le condizioni di uno sviluppo sostenibile e rapido dei progetti: quelle che si sono mosse per prime stanno passando dalla sperimentazione all'implementazione o alla messa in produzione, molte altre stanno creando le condizioni abilitanti, dal punto di vista della gestione dei dati e della conoscenza delle metodologie e degli algoritmi, per intraprendere il percorso di adozione", ha concluso Piva.


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