(Teleborsa) -
L’industria italiana del risparmio gestito apre il 2020 con un saldo di raccolta negativo. Secondo i dati rilevati dall’ufficio studi di
Assogestioni relativi al mese di gennaio, il settore registra
dsto negativo per 4,7 miliardi di euro, con flussi netti in uscita sia dalle gestioni collettive (-2,1 miliardi) che dalle gestioni di portafoglio (-2,5 miliardi).
La lettura del dato mensile relativo ai
fondi aperti mostra che i deflussi (-2,14 miliardi) sono da iscriversi in particolare ai riscatti dai
fondi flessibili (-2 miliardi) e da
i monetari (-694 milioni). Positivo invece il dato dei
fondi bilanciati (+649 milioni).
Fanno bene anche i
fondi chiusi (+170 milioni): un primo, tangibile segnale dell’aumento dell’interesse del pubblico dei risparmiatori verso l’investimento in economia reale.
A
determinare i deflussi sono state principalmente le
gestioni di portafoglio, che nel corso del mese segnano un calo di 2,5 miliardi, condizionate in particolare dal trasferimento da parte del
Gruppo Credem di un mandato di gestione infragruppo delle polizze assicurative Unit Linked da Euromobiliare AM Sgr a Credemvita. In flessione di 2,8 miliardi le
gestioni istituzionali, mentre sono positive
quelle retail (+267 milioni).
A livello complessivo, l’apprezzamento dei mercati porta il
patrimonio gestito su un nuovo massimo storico di 2.321 miliardi di euro, un dato in crescita di circa
214 miliardi (+10%) rispetto ai 2.106 miliardi registrati a gennaio 2019. Le masse gestite dal sistema sono quasi equamente suddivise tra
gestioni collettive (1.134 miliardi) e
gestioni di portafoglio (1.186 miliardi).
In merito all'
operazione straordinaria del Gruppo Credem, Assogestioni spiega che essa "comport
a l’uscita dal perimetro della rilevazione Assogestioni di circa
tre miliardi di euro, registrati in diminuzione del patrimonio gestito e come raccolta netta negativa. Il fenomeno non è collegato a disinvestimenti della clientela: le succitate masse restano all’interno del Gruppo Credem".