(Teleborsa) -
Fae 2 della scuola prorogata a settembre. Un problema per molti genitori che in questa fase transitoria devono tornare al lavoro, un problema per le organizzazioni scolastiche che devono pensare a come far tornare gli studenti sui banchi in sicurezza. Ma qualche soluzione c'è è l'ha fornita un
rapporto del Politecnico di Torino intitolato
"Scuola aperta, società protetta".
Uno studio che offre soluzioni talvolta innovative - ad esempio la consumazione dei
pasti sul banco con un lunch box, stile aereo, o la formazione di
"comunità familiari" di 2-5 bambini per riprendere il lavoro - ed anche di tipo più tradizionale -
dimezzamento delle classi,
scuola su turni, mantenimento della
didattica a distanza in forma mista - per risolvere il problema della sicurezza, della tutela della salute e del rispetto delle norme di distanziamento.
LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA - La scuola statale italiana coinvolge oltre
8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori. A questi numeri devono essere aggiunti quelli relativi alle
scuole paritarie (circa 950.000 studenti e 200.000 docenti) e dei
centri di formazione professionali (con un bacino di oltre 140.000 studenti e 20.000 formatori). L’operatività dei plessi e delle sedi scolastiche - oltre 40.000 solo per la scuola pubblica - ha un enorme
impatto in termini di movimento delle persone, trasporti, servizi, contatti sociali. A queste cifre si sommano quelle proprie di Nidi e Scuole dell’Infanzia.
IL RUOLO SOCIO-ECONOMICO DELLA SCUOLA - In aggiunta all'importanza di garantire l'istruzione, le scuole e i servizi educativi per l’infanzia - si sottolinea - hanno un
ruolo essenziale
nell’organizzazione sociale e per lo sviluppo del Paese. Indirettamente
favoriscono la partecipazione al mercato del
lavoro dei genitori. Prevedere la riapertura degli edifici scolastici e la ripresa dell’attività didattica in presenza costituirebbe senza dubbio un importante segnale di
normalizzazione.
QUALI SONO I COSTI - Le
soluzioni proposte dallo studio del Politecnico
non sono prive di un importante
impatto organizzativo ed economico. In termini di costi, vi sono tre livelli:
Costi a carico delle scuole e dei soggetti ed associazioni del territorio per tutti i dispositivi di prevenzione del contagio (dai plexiglas alle mascherine) e per la sanificazione;
Costi a carico degli enti locali per la predisposizione dei locali, delle strutture e arredi e per ristrutturazione degli spazi esterni e prefabbricati (scuole da campo);
Costi di gestione ed impatto logistico della gestione del personale connessi al raddoppio degli insegnanti per classi di massimo 10-15 alunni, al raddoppio dei collaboratori scolastici per la sanificazione frequente e per la vigilanza, per la presenza del supporto psicologico, per il supporto tecnico e per la formazione del personale.
CLASSI DIMEZZATE- Un'analisi della situazione attuale evidenzia che - a secondo del grado di istruzione - il
numero degli studenti per classe
oggi oscilla da 25 a 30 alunni. Un numero che non consente il necessario distanziamento fra compagni di classe e banchi. Occorrerà allora
"dimezzare" le classi attuali e far sì che non si superino i
10-15 alunni per classe.
Banchi posizionati "a scacchiera" ed uno studente per banco saranno necessari per mantenere la distanza prescritta.
Per le
aree comuni sarà necessario far ricorso, ove possibile, ai
divisori di plexiglass, ad esempio nelle mense, laddove non si può usare il lunch box. Ed i f
lussi in entrata/uscita da scuola saranno
separati per garantire il distanziamento.
SCUOLA SU TURNI E DIDATTICA MISTA - La soluzione può immediata per risolvere il problema del dimezzamento delle classi, in attesa che vengano assunti nuovi insegnanti o per sfruttare le strutture esistenti, limitate per capienza, sarà
organizzare le attività scolastiche su turni (mattina/pomeriggio) o far uso ancora della
didattica a distanza alternata alla scuola in presenza.
Naturalmente, il politecnico detta anche alcune norme per la
didattica a distanza, che ad oggi ha evidenziato alcuni
problemi di carattere tecnico-organizzativo: ad esempio la
formazione digitale degli insegnanti, la dotazione di
strumenti digitali, un
"assistente virtuale" per accompagnare i bambini all'uso della tecnologia (posto che per gli studenti con disabilità gravi o gravissime l'insegnante di sostegnO non sarà sostituibile con un assistente digitale).
MASCHERINE OBBLIGATORIE - Un altro punto fermo è l'uso dei
dispositivi di protezione individuale (DPI), in particolare le
mascherine, per tutti gli studenti, valevole dai bambini dai 6 anni in su, considerando la difficoltà di far indossare la mascherina ai bambini più piccoli (nodo o materna). Per gli i
nsegnanti invece sarà opportuno prevedere
maschere trasparenti sul viso tipo plexiglass per consentire agli studenti di poter vedere l'intero volto e l'espressione.
MICROCOMUNITA' PER I PIU' PICCOLI - Settembre è ancora lontano e allora cosa fare per consentire il rientro al lavoro dei genitori? Un problema cruciale in questo periodo per tutti coloro che sono rimasti a casa in quarantena, ma soprattutto quando i figli sono piccoli e non autonomi. Una soluzione data dal Politecnico concerne la
formazione di "microcomunità spontanee", ovvero l'organizzazione di
gruppi di 2-5 bambini, che si riuniranno, a turno, a casa dell'uno o dell'altro, posti sotto la guida della scuola o del nido di riferimento (educatore).?Una soluzione che potrebbe valere anche da settembre per favorire la prescritta turnazione.