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Scuola, De Micheli: "Dobbiamo rimandare i ragazzi in classe"

Secondo i sindacati per consentire il ritorno a scuola servono 12 miliardi

Economia, Scuola
Scuola, De Micheli: "Dobbiamo rimandare i ragazzi in classe"
(Teleborsa) - "Dobbiamo rimandare i ragazzi a scuola principalmente per una questione educativa e di crescita personale. La scuola deve essere innanzitutto una risposta alle esigenze educative non è solo una risposta ai bisogni di lavoro delle donne". L'appello arriva dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli che a "Otto e mezzo" ha commentato la proposta del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, ovvero un ritorno a scuola a settembre in modalità didattica "mista".

"Ho parlato con Azzolina la sua è una proposta presentata e allo studio al comitato scientifico" ha affermato De Micheli. Se ad alcuni l'idea di turni in classe con metà degli alunni che seguono "a distanza" fa storcere il naso allo stato attuale le alternative non sono molte. Il "modello Germania" dove da ieri gli studenti sono tornati sui banchi con una divisione delle classi in gruppi per consentire il rispetto della distanza nelle aule non sembra infatti applicabile nel nostro Paese.

Secondo i sindacati della scuola solo per sdoppiare le classi di infanzia e primaria – dove il rapporto medio è di 21 e 19 alunni per classe – con docenti supplenti e collaboratori scolastici, servirebbero oltre tre miliardi e mezzo. "Dobbiamo pensare alla riapertura delle scuole in modo sostanziale, non legata agli annunci. Siamo stufi di avere notizie con annunci in tv e non poter affrontare le questioni non seduti davanti ad un tavolo" ha affermato ieri in conferenza stampa Maddalena Gissi, segretario Cisl Scuola. In tutto per la riorganizzazione servirebbero 5 miliardi e mezzo e oltre 5 milioni al giorno per mascherine e guanti. Altri 6 miliardi servono, invece, per ristrutturare le scuole.

In vista dell'incontro fissato con il Ministro il prossimo 7 maggio i sindacati chiedono la nomina di "un commissario, una persona super partes, fuori da ideologie e dall'ambito ministeriale che possa compiere delle scelte, una persona competente che possa decidere" e un "Piano Paese" fatto di "lezioni in presenza, nuovi spazi e più personale". Per Gissi "la scuola può ripartire ma solo garantendo la sicurezza dei docenti, personale Ata e dei ragazzi tenendo presente che con i calcoli del distanziamento in una classe potrebbero stare massimo 13 alunni. E anche l'esame di Maturità deve svolgersi in sicurezza". Serve, tuttavia, flessibilità nel trovare spazi alternativi alle aule e "un investimento da un punto il Pil".



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