(Teleborsa) -
Tempi duri per le società cinesi quotate a Wall Street: il Presidente
Donald Trump ha preannunciato un
giro di vite sulla loro presenza sul mercato regolamentato USA. Una mossa che risponde alle crescenti tensioni fra Stati Uniti e Cina di natura geopolitica (Honk Kong) e commerciale (dazi).
Il leader statunitense ha chiesto alle
autorità di regolamentazione dei mercati finanziari, principalmente la SEC, di formulare
raccomandazioni su come intervenire entro 60 giorni. Tempo addietro era stata proprio la
SEC (Consob americana) a lanciare un
allarme sulla trasparenza e completezza delle informazioni finanziarie fornite dalle società cinesi.
"Mentre la Cina gode dei vantaggio dei mercati americani, il governo cinese ha impedito alle aziende cinesi e alle aziende con significative attività in Cina di attenersi alle tutele degli investitori, che si applicano a tutte le aziende quotate negli Stati Uniti", ha spiegato Trump, motivando la sua richiesta con una esigenza di tutelare gli investitori statunitensi.
Era da diversi giorni che si parlava della possibile esclusione delle quotate cinesi dal mercato azionario americano, sia le
nuove IPO che le
società già quotate (delisting). A questo proposito, il Senato USA aveva emanato qualche giorno fa un progetto di legge per escludere la quotazione a Wall Street le società straniere controllate statali che rifiutassero un maggior controllo sui dati finanziari.
La possibilità di una
fuga in massa delle società cinesi dal mercato USA è concreta e colpirebbe nomi di spicco come
Alibaba,
Baidu e
NetEase ed altre centinaia di quotate: oggi sono presenti in USA le azioni ADR di 226 società cinesi per una capitalizzazione stimata di quasi mille miliardi dollari.