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ENPAIA, Piazza: "Per la ripartenza puntare sulle eccellenze italiane"

Il commento del presidente dell'Ente in occasione della presentazione dell'Osservatorio sul mondo agricolo al Censis

Agroalimentare, Economia
ENPAIA, Piazza: "Per la ripartenza puntare sulle eccellenze italiane"
(Teleborsa) - "L'agricoltura è un settore vivo, con qualità e lavoro. Stiamo ripartendo dopo il lockdown, ancora la ripresa dei consumi non è sufficiente, ma ci stiamo predisponendo per il 2021". È quanto ha affermato il presidente di Enpaia, Giorgio Piazza, in occasione della presentazione del primo rapporto dell'Osservatorio sul mondo agricolo Enpaia-Censis.






Sulla base delle evidenze emerse dall'Osservatorio sul mondo agricolo qual è la valutazione di Enpaia sullo stato di salute di questo settore?


"È una valutazione molto positiva, i numeri sono molto alti e il sentiment presso la popolazione italiana è molto buono. Tutto questo è frutto di un lavoro fatto a 360 gradi sul riposizionamento del settore agricolo non più come settore residuale ma come un settore importante dell'impresa italiana. Siamo passati da considerare il cibo una semplice commodity indifferenziata, una materia prima qualsiasi a caratterizzarlo con la propria origine e provenienza raccontando anche il territorio dal quale questo cibo arriva. Questa credo sia stata l'arma vincente associata anche alla curiosità e all'interesse che il nostro Paese suscita. L'agroalimentare rappresenta, infatti, uno dei motivo per i quali i turisti vengono in Italia".

Anche alla luce della crisi Covid-19 quali sono gli scenari futuri per questo settore?

"Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno dunque a mio avviso ci sono segnali positivi. Voglio immaginare che la gente non smetta di mangiare e soprattutto non smetta di mangiare bene scegliendo il made in Italy perché per buona parte è tracciato. Bisogna imparare a leggere le etichette e a scegliere i prodotti fidandosi delle denominazioni che costituiscono delle eccellenze che in questo Paese abbiamo. Solo nel settore enologico abbiamo oltre 450 vini riconosciuti a denominazione Igp o Dop. Dunque io vedo delle possibilità non solo per i consumi interni ma anche per l'export".




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