(Teleborsa) - In attesa di sciogliere il nodo
MES, il Governo inizia a gettare le basi della strategia di utilizzo del tesoretto da
209 miliardi di euro in arrivo dall'Europa. "Un'
occasione irrepetibile, un
treno che
non passerà mai", come gli stessi esponenti di Governo hanno sottolineato più volte a voler rimarcare la
straordinarietà di un intervento che può cambiare, migliorandolo, il
futuro del nostro Paese.
La questione è
delicata: non basta, infatti, spendere.
Occorre spendere bene per cercare di colmare
gap e criticità che ci portiamo dietro da troppo tempo e rimetterci, finalmente, al passo con l
'Europa. Intanto, filtrano i
primi numeri. Come riportato da il
Sole24Ore, ai progetti
green andrà il 3
7%, su indicazione dell’Unione europea con la conferma del Premier Conte: di questi 75 miliardi la quota maggiore andrebbe a stabilizzare il superbonus del
110% mentre altre voci saranno il piano contro il dissesto idrogeologico e la mobilità verde nelle città (autobus elettrici, per esempio). Il 20% del Recovery, pari a circa
40 miliardi, dovrebbe andare ai
progetti di digitalizzazione con il piano per la
banda larga che farà la parte del leone.
Alle infrastrutture della mobilità una prima ripartizione dei fondi attribuisce il 10%, quindi
20 miliardi, meno di quanto richiesto con un piano da almeno
100 miliardi fatto di progetti per
Alta velocità al Sud, ferrovie, strade, porti e logistica.
Il Presidente del Consiglio Conte, intanto, si dice non preoccupato dal rischio stallo in Ue sul
Recovery Fund. Ma esorta gli altri Paesi ad accelerare:
"Ne parleremo anche a Bruxelles credo. Dopo quello che è stato fatto non e' possibile non procedere speditamente". Da Berlino fanno sapere che nessun Paese si tirerà indietro ma la
trattativa sarà molto difficile.