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Intesa Sanpaolo: utile 9 mesi a 6,4 miliardi. Messina: confermata capacità raggiungere obiettivi

Reiterati target utili e cedole, nuovo piano entro 2021

Finanza
Intesa Sanpaolo: utile 9 mesi a 6,4 miliardi. Messina: confermata capacità raggiungere obiettivi
(Teleborsa) - Il gruppo Intesa Sanpaolo chiude i primi 9 mesi dell'esercizio 2020 con un utile netto contabile di 6,376 miliardi di euro. Escludendo il goodwill negativo originato dall'acquisizione di UBI Banca il dato si attesta a 3,112 miliardi. Escludendo anche i due mesi di apporto di UBI l'utile netto è pari a 3,073 miliardi, rispetto a 3,31 miliardi dei primi nove mesi del 2019, "superiore ai circa 3 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l'esercizio 2020".



"In un periodo di eccezionale complessità segnato dalle conseguenze della pandemia, Intesa Sanpaolo ha confermato la capacità di raggiungere gli obiettivi, grazie alla coesione nel team di top manager e alla qualità professionale delle sue persone". Lo ha sottolineato l'AD del gruppo, Carlo Messina commentando i risultati dei primi 9 mesi dell'esercizio 2020. "A loro - ha aggiunto - va il mio personale ringraziamento, per come hanno saputo sostenere famiglie e imprese con misure straordinarie nell'erogazione del credito e per la continua attenzione rivolta alla gestione del risparmio della nostra clientela". "I risultati ottenuti, significativamente positivi, consentono alla nostra Banca di proseguire nel ruolo di motore al servizio della crescita inclusiva e sostenibile", ha concluso Messina.

Il titolo alla luce dei conti mostra a Piazza Affari un progresso di oltre punti percentuali collocandosi tra le migliori blue chips del FTSE MIB.

Livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 54,4% a fine settembre 2020 escludendo l’apporto di UBI Banca (al 52,2% includendolo), con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 64% escludendo l’apporto di UBI Banca (al 62,4% includendolo).

Patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 30 settembre 2020, deducendo dal capitale circa 2,3 miliardi di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 15,2%, al 15,9% escludendo l’acquisizione di UBI Banca, livello top tra le maggiori banche europee, e il Common Equity Tier 1 ratio calcolato applicando i criteri transitori in vigore per il 2020 al 14,7%, al 15,5% escludendo l’acquisizione di UBI Banca, rispetto a un requisito SREP da rispettare nel 2020 - comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer - pari rispettivamente all'8,63% e all'8,44%, applicando la modifica regolamentare introdotta dalla BCE a decorrere dal 12 marzo scorso, che prevede che il requisito di Pillar 2 venga rispettato utilizzando parzialmente strumenti di capitale diversi da Common Equity Tier 1.

Quanto all'outlook, il Gruppo Intesa Sanpaolo conferma tutti gli obiettivi di utili e dividendi. In particolare, senza considerare l'acquisizione di UBI Banca, si attende che l'utile netto possa risultare "non inferiore a circa 3 miliardi di euro nel 2020 e non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021", assumendo un costo del rischio potenzialmente fino a circa 90 centesimi di punto per il 2020 e fino a circa 70 centesimi di punto per il 2021. Anche considerando l'acquisizione di UBI Banca, viene "confermata la politica dei dividendi del gruppo, che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% del risultato netto per l'esercizio 2020 e al 70% per l'esercizio 2021, subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalla Bce in merito alla distribuzione di dividendi successivamente al primo gennaio 2021, termine della raccomandazione del 28 luglio scorso". In aggiunta alla prevista distribuzione di dividendi cash da utile netto del 2020, Intesa Sanpaolo "intende ottenere l'approvazione della BCE per una distribuzione cash da riserve nel 2021 alla luce dell'utile netto 2019 allocato a riserve nel 2020". Viene inoltre confermato "un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio a regime proforma atteso superiore al 13% nel 2021, anche considerando l'acquisizione di UBI Banca e la predetta potenziale distribuzione cash da riserve". Per il gruppo risultante dall'acquisizione di Ubi Banca, si prevede "dal 2022 un utile netto non inferiore a 5 miliardi di euro e il proseguimento di una strategia focalizzata sulla remunerazione per gli azionisti e sul mantenimento di solidi coefficienti patrimoniali".

La banca guidata da Messina fa sapere che "intende rendere noto il nuovo piano di impresa entro la fine del 2021, appena lo scenario macroeconomico sarà diventato più chiaro".
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