(Teleborsa) - "Il governo è molto unito e compatto sul
riaprire la scuola il 7 gennaio". È quanto ha annunciato ieri il
ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina a Mezz'ora in più su Raitre sottolineando che tra oggi e domani verrà convocata una
nuova riunione con le Regioni. Al
piano per la ripartenza mancano ancora gli ultimi ritocchi ma è probabile che sarà pronto entro domani. Tra i nodi ancora da sciogliere vi è la soglia delle lezioni in presenza che il Dpcm fissa al 75%. Eccessiva per
Veneto e
Campania che chiedono che nei loro territori la percentuale scenda al 50%, almeno all'inizio.
"Se è realistico che il 7 si aprano le scuole superiori? Sì, molto realistico. Erano aperte anche a settembre. Non possiamo perdere nemmeno un'ora, non importa se è un giovedì. La scuola, tanto bistrattata in passato, deve ritrovare la sua centralità – ha detto il ministro dell'Istruzione –. Se non apriamo non è un problema mio, è un problema di tutti, la scuola non appartiene al ministro Azzolina, è di tutti. Se lasciamo a casa gli studenti a fare solo dad sarà il paese a perdere competenze. La scuola è anche motore di sviluppo economico". Sulla questione contagi Azzolina ha affermato che "la scuola a settembre e a ottobre ha funzionato bene per merito della comunità scolastica, per il distanziamento e i banchi. Abbiamo lavorato – ha aggiunto – su molti aspetti dalle mascherine alla distanza. Quando la curva dei contagi è salita, le Asl sono andate in affanno e si è chiesto un sacrificio alle scuole superiori". Carenze si sono tuttavia verificate sul
fronte del tracciamento che – come rileva Azzolina – "è venuto in parte meno. Per questo – ha affermato – abbiamo chiesto dei sacrifici maggiori alle scuole superiori". Centrale anche la
questione trasporti. "Sui trasporti ci stanno dando una grande mano i prefetti, perché le misure devono essere territoriali" ha spiegato il ministro rispondendo alle domande di Luca Annunziata. Uno scenario che, dopo l'appello rivolto alla Azzolina dai sindacati, vede quello dei presidi volto a ottenere la partecipazione dei dirigenti scolastici a tutti i tavoli provinciali coordinati dai prefetti siano invitati anche i dirigenti scolastici. "Non è tempo di soluzioni calate dall'alto e soprattutto non c'è tempo da perdere – spiega
Antonello Giannelli (Anp) –. Solo i dirigenti scolastici hanno piena contezza delle necessità di spostamento di studenti e docenti e quindi sono in grado di proporre soluzioni ragionevoli e basate sui dati di realtà. Le istituzioni scolastiche, lo ripeto da tempo, conoscono le esigenze del territorio e dell'utenza la loro esclusione dai tavoli prefettizi rischia di rendere vano il lavoro compiuto finora e di allontanare l'adozione di soluzioni atte a rendere possibile e soprattutto duraturo il rientro in classe degli studenti delle scuole superiori".