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ABI, sofferenze bancarie ai minimi dal 2009 a 20,7 miliardi di euro

Finanza
ABI, sofferenze bancarie ai minimi dal 2009 a 20,7 miliardi di euro
(Teleborsa) - Le sofferenze nette delle banche italiane, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati con proprie risorse, sono a quota 20,7 miliardi di euro a dicembre 2020, il livello più basso da luglio 2009 e in riduzione rispetto ai 23,5 di novembre 2020 (-2,8 miliardi pari al -12,1%). Il calo è del 23,4% rispetto ai 27 miliardi di dicembre 2019 e dell'11,2% rispetto ai 31,9 miliardi di dicembre 2018. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 68 miliardi (pari a -76,7%).

Lo segnala il rapporto mensile dell’ABI, l'Associazione Bancaria Italiana, che sottolinea come il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si sia ridotto all’1,19% a dicembre 2020, tornando sui livelli di luglio 2009, (era 1,35% a novembre 2020, 1,58% a dicembre 2019, 1,85% a dicembre 2018 e 4,89% a novembre 2015).

A gennaio 2021, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 4,5% rispetto a un anno fa, secondo calcoli ABI su dati pubblicati dalla Banca d’Italia. A dicembre 2020, per i prestiti alle imprese si è registrato un aumento dell'8,5% su base annua. L’aumento è del 2,3% per i prestiti alle famiglie. I tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento, a gennaio 2021, si mantengono su livelli particolarmente bassi, sui minimi storici. In particolare, il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 2,27%, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,27%, mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,43% (1,40% il mese precedente; 5,48% a fine 2007).

La dinamica della raccolta complessiva risulta in crescita del +8,8% su base annua. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a gennaio 2021, di circa 181 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +11,6% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di quasi 23 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -9,5%).

Nel primo mese del 2021, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,48%, (0,49% nel mese precedente). A ciò contribuisce il tasso praticato sui depositi dello 0,32% (0,33% nel mese precedente), il tasso sui PCT, che si colloca allo 0,45% (0,69% il mese precedente) e il rendimento delle obbligazioni in essere, 1,85% (1,94% a dicembre 2020).

Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia su livelli particolarmente infimi, a gennaio 2021 risulta di 179 punti base (179 punti base anche nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
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