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Concorso straordinario, pubblicate le graduatorie ma 1 posto su 3 resterà vacante

Economia, Scuola
Concorso straordinario, pubblicate le graduatorie ma 1 posto su 3 resterà vacante
(Teleborsa) - Il concorso straordinario dei docenti si rivela un grande flop: mentre sono ancora in corso le prove suppletive emerge con sempre maggiore chiarezza che 1 posto su 3 resterà vacante. Supera la prova scritta di febbraio la metà dei partecipanti (7.413 su 15.779 domande e rispetto a 66.115 cattedre), ma 1 su 5 come idoneo (1.475) non entrerà nella graduatoria finale. Peggio sul sostegno, per il quale avrà un ruolo soltanto il 20% dei candidati (276 su 1.327 per 1.600 posti banditi).

"Il concorso straordinario nasceva dalla volontà del legislatore di sanare la questione del precariato", ricorda Marcello Pacifico, Presidente del sindacato Anief, sottolineando "alla fine diecimila posti non saranno assegnati e questo è assurdo per delle graduatorie che dovrebbero sostituire altre graduatorie per titoli, quindi le GaE".

"La verità - sottolinea - è che tutti i candidati hanno diritto a entrare nella graduatoria finale e tanto più gli idonei che già in passato Anief ha dimostrato devono avere il diritto di inserirsi in una graduatoria di merito finale".

Il sindacato torna quindi ad intraprendere l’azione giudiziaria nei tribunali per vedere riconosciuto il diritto allo scorrimento delle graduatorie finali per gli idonei ed all’inserimento in un canale riservato per tutti gli altri candidati partecipanti ai fini delle prossime immissioni in ruolo.

A questo proposito, Anief ricorda che il presidente della terza sezione bis del Tar del Lazio ha accolto, con decreto monocratico, la richiesta di procedure cautelare con la partecipazione dei ricorrenti alle prove aggiuntive avanzata dall'avvocato Patrizia Gorgo di Anief che già in passato aveva permesso l'inserimento di altri candidati. Il provvedimento è importante perché la nota ministeriale ammetteva alle suddette prove suppletive soltanto chi avesse ottenuto entro il 16 aprile un provvedimento cautelare e non già chi avesse comunque presentato diffida al ministero dell'istruzione.
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