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ENEL, Starace: "Digitale, driver principale della transizione energetica"

L'intervento dell'ad all'EY Summit Infrastrutture

Economia, Energia
ENEL, Starace: "Digitale, driver principale della transizione energetica"
(Teleborsa) - "La parola digitale ha implicazioni molto profonde nella nostra industria, il digitale è il driver principale della transizione energetica e noi non potevamo essere soltanto spettatori, abbiamo utilizzato al massimo questa grande leva di valore". È quanto ha affermato l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, nel corso dell'EY Summit Infrastrutture - Transizione digitale ed energetica.

"Fino ad ora – ha proseguito Starace – i fatti sono andati nella direzione che pensavamo e, avendo anticipato questi temi, siamo riusciti a coglierne il successo. La digitalizzazione delle reti è un passaggio inevitabile che richiede una capacità di investimento straordinaria e va accompagnata con grande decisione dai regolatori di tutto il mondo".

Parlando del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) Starace ha detto di essere "fiducioso con cautela del fatto che il Paese riesca a spendere le risorse europee del Recovery ma il nodo principale della transizione energetica e digitale – ha sottolineato – non è tanto semplificare i processi autorizzativi ma capire che cosa questa trasformazione comporta per le persone, qual è il cambiamento professionale a cui dobbiamo guardare, quanti tecnici nuovi dobbiamo formare, quanti operai specializzati abbiamo bisogno, quanti manager devono cambiare la testa, non è un tema di cambiare qualche legge".

Per l'ad "il vero problema è che per scaricare a terra quei 200 miliardi servono un sacco di persone al lavoro a fare lavori un po' diversi di quelli che erano abituati prima. Quindi la formazione, la riqualificazione professionale è importante. Inutile dire – ha aggiunto Starace – che siccome c'è la perdita di lavoro si ferma tutto, non si ferma niente, si perdono e basta e non si guadagna nulla. Paralizzarsi nel terrore della perdita di posti di lavoro è controproducente, bisogna preoccuparsi della creazione dei posti di lavoro, perchè quelli li perdi in ogni caso".



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