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Assemblea Confindustria al via, Bonomi: spingere su riforme per crescita solida e duratura

"Ci riconosciamo in Governo Draghi e auspichiamo continui a lungo", così il numero uno degli Industriali

Economia
Assemblea Confindustria al via, Bonomi: spingere su riforme per crescita solida e duratura
(Teleborsa) - Il Premier Mario Draghi e il suo Governo hanno trasmesso "al Paese, ai mercati e al mondo, una nuova fiducia verso la credibilità dell'Italia". Così il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella sua relazione all'assemblea annuale dell'associazione, loda l'operato del Presidente del Consiglio sottolineando che le imprese si riconoscono "nell'esperienza e nell'operato del Governo" e auspicano che "continui a lungo nella sua attuale esperienza".

La ripresa italiana "è avviata verso il +6% del PIL in questo 2021. E' un dato che ci dà fierezza: perchè la tenuta da metà 2020, fino alla ripresa di consumi interni e servizi, che però è iniziata solo un anno dopo nello scorso maggio, si deve pressochè integralmente a noi: all'industria, alla manifattura e al nostro export", ha detto il numero uno degli Industriali lanciando l'allarme per il rialzo dei prezzi delle commodities. Questo 6% di recupero, quest'anno "va dunque considerato con soddisfazione, ma senza enfasi", ha aggiunto. Anche perchè "il vero punto non è il rimbalzo in corso quest'anno" ma la "sfida è il tasso di crescita dal 2022 in avanti: che deve essere solido e duraturo".

Da una parte perchè "al dato 2021 si deve aggiungere il miglior utilizzo possibile del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e delle sue risorse". Dall'altra, "perchè solo una crescita solida e duratura, di orizzonte decennale, può rendere davvero sostenibile - ha spiegato - l'immane debito pubblico italiano: a maggior ragione quando le regole comunitarie, sia pur riviste, torneranno a essere vigenti su deficit, debito e aiuti di Stato". Tutto questo, secondo Bonomi, "bisogna immaginare subito come farlo, affrontando seriamente le ombre che intanto sono calate sui mercati internazionali. Ombre che aumentano la possibilità di una frenata della crescita non solo italiana ed europea, ma globale. Mi riferisco ovviamente agli aumenti che in 12 mesi sono divenuti a doppia cifra delle commodities minerarie, soprattutto metalli". A quelli, "più contenuti ma sempre a doppia cifra, di molte fondamentali commodities agricole. All'aumento vertiginoso dei prezzi energetici, con il barile di petrolio passato dai 19 dollari di minimo ad aprile 2020, ai 73 attuali, e il corrispettivo proporzionale aumento del prezzo del gas".

Questo "non è più il tempo di cullarsi in vecchie verità pregiudiziali", ma "è il tempo di decidere, di scegliere, di cambiare. Di fare le scelte più giuste per far crescere l'Italia nel mondo" perchè "non cambiare per l'Italia è fatale", ammonisce Bonomi. "La cosa più difficile della vita è capire quale ponte devi attraversare e quale ponte devi bruciare - ha detto - cambiare è difficile".

Parlando del Pnrr: "questa è un'occasione storica e queste risorse non sono eterne, quindi una cosa è sicura: Confindustria si opporrà a tutti coloro che vorranno intralciare il processo delle riforme". Le proposte che avanza Confindustria sono "costruttive, ci battiamo per gli interessi del Paese prima che dell'industria", sottolinea Bonomi dal palco dell'assemblea pubblica, rivolgendosi al Premier e ai ministri seduti in platea al Palalottomatica. "Crediamo che questi interessi vengano prima dei nostri rispettivi ruoli - ha detto - perchè non c'è immunità di gregge che ci salvi senza una grande responsabilità esercitata da ciascuno che lo compone". Bonomi ha aggiunto che "non serve a niente l'antagonismo, serve piu' compartecipazione. Non servono le contrapposizioni, ma entusiasmo e fiducia. Noi ci siamo, non perdiamo altro tempo".

Quanto ai tre miliardi per la riforma del fisco "non sono sufficienti anche perchè, oltre ad intervenire sull'Irpef, occorre cancellare l'Irap. Sottolinea Bonomi. "Continuiamo a leggere che il Governo avrebbe a disposizione solo 3 miliardi, per la riforma tributaria. A noi il deficit e il debito pubblico illimitato non sono mai piaciuti. Però su questo bisogna avere le idee chiare", ha spiegato. "Abbiamo dato oltre 3 miliardi negli ultimi 4 anni ad Alitalia fallita e alla piccola compagnia che nasce ora. E anche se per fortuna chi ha scelto il prepensionamento di Quota100 sono solo poco più di 300mila, rispetto ai milioni di cui parlavano i suoi fautori: il costo aggiuntivo al 2028 di questa misura sarà comunque di 18 miliardi. Fatto tutto questo, per la riforma fiscale stanziamo solo tre miliardi?".

Quindi, un appello ai leader di Cgil, Cisl e Uil. "Luigi (Sbarra, ndr) , Maurizio (Landini, ndr), Pierpaolo (Bombardieri, ndr): noi non siamo partiti in lotta, noi abbiamo un grande compito comune. Di fronte ai ritardi e alle sempre piu' gravi fratture sociali della nostra Italia, lavoro e impresa hanno una grande sfida: costruire insieme accordi e indicare strade e strumenti che la politica stenta a vedere", ha detto esortandoli a fare "un vero patto per l'Italia. Lo penso davvero. Non voglio pronunciare parole retoriche, facciamolo almeno noi". Bonomi ha posto "tre esempi concreti" su cui realizzare il patto: sicurezza sul lavoro, politiche attive e smart working.

Quindi un allarme. Tra industria e servizi ci sono oggi in Italia "circa 300mila posti di lavoro richiesti dalle imprese, ma non coperti" perchè "mancano decine e decine di migliaia di profili tecnici adeguati alle richieste delle imprese", dice Bonomi. "E' un problema - ha aggiunto - perchè noi vogliamo assumere e crescere, non licenziare".

"La riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive è stata rinviata perchè si pensava che il blocco per legge dei licenziamenti fosse la panacea. E' stata una sciocchezza plurima - dice Bonomi - primo perchè non ha impedito che nel 2020 quasi un milione di occupati abbiano perso il lavoro o non abbiano lavorato per lunghi periodi, secondo perchè ha alimentato la tesi ancor piu' infondata che, abolendo il blocco, ci sarebbero stati a quel punto milioni di licenziamenti. I numeri ci dicono, invece, che da inizio anno il numero di persone effettivamente al lavoro e' risalito di oltre 500mila unità. E dicono pure che a luglio, caduto il blocco, la corsa a licenziare non c'è stata affatto".

Bocciata anche Quota 100 definita "un furto ai danni dei soggetti fragili del nostro welfare squilibrato e puo' e deve davvero bastare cosi'". Netto il giudizio di Bonomi che avvisa: "l'intervento sulla previdenza non può risolversi in una quota 100 travestita, applicata magari ai 63enni invece che ai 62enni".
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