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Quirinale, terza fumata nera: tanti voti per Mattarella, "carta" Casini

Tensione PD-Lega, proseguono contatti

Economia, Politica
Quirinale, terza fumata nera: tanti voti per Mattarella, "carta" Casini
(Teleborsa) - Finisce ancora con una fumata nera - la terza - la votazione per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica, il cui identikit è ancora dai contorni sfocati. Il dato da registrare però è che crescono i voti per il Presidente della Repubblica in carica, Sergio Mattarella che si è più volto tolto dalla partita ma il suo nome resta ancora in pista, per lui ben 120 voti, seguito da quelli di Guido Crosetto (oltre 100) votato da FdI.





L'altra notizia di giornata sono le indiscrezioni stando alle quali sarebbe in corso un'operazione Casini. Potrebbe essere suo il nome non divisivo in grado di mettere d'accordo gli opposti schieramenti. Si "inabissa" invece la candidatura di Draghi. Osteggiata fin dalla prima ora dalla Lega, cala ancora dopo le parole del Presidente del M5S Giuseppe Conte. Il Movimento 5 Stelle "dice sì a Draghi" al governo, "perché l'Italia è ancora in ginocchio e ora è il momento più duro". Ribadito il sostegno al premier come capo dell'esecutivo e "alla visione di cui lo abbiamo investito. Siamo disponibili a rilanciare e supportare azioni di governo per un patto con i cittadini sottoscritto tutti insieme".

Intanto, sono in corso contatti, a quanto si apprende da fonti parlamentari, tra i vertici del Pd e il leader della Lega Matteo Salvini. Il tentativo dei dem, che lavorano per un vertice della maggioranza di governo, è di convincere il leader leghista a non procedere domani al voto su un candidato di centrodestra perché, è il ragionamento, così salta la maggioranza. Si creerebbe un muro contro muro e una situazione di caos con il rischio di far precipitare il Paese in una situazione di forte instabilità ma il Pd, assicurano fonti del Nazareno, "lavora per evitarlo".

Il centrodestra sarebbe, infatti, tentato di uscire allo scoperto con il nome di Elisabetta Casellati, l’attuale guida di Palazzo Madama. Scelta che viene interpretata da molti come la prova che è proprio la presidente del Senato l'asso nella manica. Un'operazione decisamente rischiosa che potrebbe far saltare il tavolo. Anche quello del Governo.
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