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Speranza avverte: Pandemia non è finita, mantenere prudenza

Procede a rilento la somministrazione delle quarte dosi di vaccino

Economia, Salute e benessere
Speranza avverte: Pandemia non è finita, mantenere prudenza
(Teleborsa) - "La pandemia non è conclusa: siamo usciti dallo stato di emergenza e siamo in una fase diversa da quella del passato, ma il virus non è scomparso, oggi ci sono 1,2 milioni di italiani con il Covid e ancora ci sono delle vittime".



Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo alla Conferenza nazionale sulla questione medica, organizzata dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) invitando a "non abbassare la guardia, bisogna avere prudenza e insistere con la campagna di vaccinazione. La mia sarà la voce, sia pure controcorrente, di chi continua a chiedere cautela".

Intanto, quando mancano pochi giorni al primo maggio, data in cui dovrebbe decadere l'obbligo delle mascherine al chiuso, nuovi casi, ricoveri, intensive e decessi "presentano una lieve tendenza alla flessione". Tuttavia, "la circolazione del virus è ancora molto elevata: il numero di positivi, sottostimato, supera quota 1,2 milioni, i nuovi casi giornalieri sono oltre 50 mila e il tasso di positività dei tamponi supera il 15%. Di conseguenza, abolire l'obbligo di mascherina al chiuso è una decisione molto avventata". Lo ha detto il Presidente Gimbe Nino Cartabellotta, che precisa come l'incidenza superi i 500 casi per 100.000 abitanti in 72 province.

In parallelo, dal monitoraggio della Fondazione Gimbe emerge che è partita a rilento la somministrazione delle quarte dosi di vaccino anti Covid. Fino al 20 aprile (ore 6) sono state 80.554 quelle somministrate agli immunocompromessi, con un tasso di copertura del 10,2% delle 791.376 persone a cui andrebbe somministrata ma con nette differenze regionali: dall'1,6% della Calabria al 40,5% del Piemonte. Mentre sono state 29.158 le quarte dosi somministrate agli over 80, ospiti delle Rsa e fragili tra 60-79 anni, pari allo 0,7% dei 4,4 milioni di persone che rientrano in queste categorie. In questo caso le differenze che vanno dallo 0,04% del Friuli-Venezia Giulia all'1,2% del Lazio.
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