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L'Ue avrà il suo Piano industriale per il Green Deal: Von der Leyen presenta il NetZero Industry Act

Economia
L'Ue avrà il suo Piano industriale per il Green Deal: Von der Leyen presenta il NetZero Industry Act
(Teleborsa) - L'Unione europea avrà il suo Piano industriale per il Green Deal. Ad annunciarlo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che durante il suo intervento al World Economic Forum di Davos ha presentato un nuovo pacchetto legislativo, il "NetZero Industry Act".

"Noi europei abbiamo un piano: un Piano industriale per il Green Deal. Il nostro piano per rendere l'Europa la patria della tecnologia pulita e dell'innovazione industriale sulla strada dell'azzeramento netto delle emissioni", ha affermato von der Leyen. "Il nostro Piano industriale per il Green Deal - ha spiegato - coprirà quattro pilastri chiave: il contesto normativo, il finanziamento, le competenze e il commercio". Il primo pilastro dovrà "creare un ambiente normativo che permetta la crescita rapida e la creazione di condizioni favorevoli per i settori cruciali per raggiungere lo zero netto delle emissioni come l'eolico, le pompe di calore, il solare, l'idrogeno pulito, l'accumulo di energia e altro, per i quali la domanda è sostenuta dai nostri piani NextGenerationEU e RePowerEU".

"Vedremo in particolare – ha spiegato la presidente della Commissione Ue – come semplificare e accelerare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione clean tech". Il nuovo piano industriale affiancherà il Critical Raw Materials Act, il pacchetto sulle materie prime essenziali che era già stato annunciato a settembre dalla presidente della Commissione e che sarà proposto a marzo. Ad esempio, "per le terre rare, che sono vitali per la produzione di tecnologie chiave per l'energia eolica, lo stoccaggio dell'idrogeno o le batterie, l'Europa è dipendente oggi al 98% da un solo paese: la Cina. Oppure, se si guarda al litio, con solo tre paesi che rappresentano oltre il 90% della produzione, l'intera catena di approvvigionamento è diventata incredibilmente ristretta", ha sottolineato von der Leyen. "Questo – ha affermato – ha spinto verso l'alto i prezzi e sta minacciando la nostra competitività".

Si punterà quindi a migliorare la raffinazione, la lavorazione e il riciclaggio delle materie prime in Europa, "e parallelamente lavoreremo con i nostri partner commerciali per a cooperare sull'approvvigionamento, la produzione e la lavorazione" delle materie prime "per superare la situazione di monopolio esistente", ha spiegato la presidente della Commissione europea. Von der Leyen ha suggerito la costituzione di un "Club delle materie prime essenziali" con i partner che condividono la stessa visione – "dagli Stati Uniti all'Ucraina" –, "per rafforzare collettivamente le catene di approvvigionamento e la diversificazione", uscendo dalla dipendenza da singoli fornitori.

Il secondo pilastro riguarderà invece gli investimenti e i finanziamenti, aumentando le risorse a disposizione per la produzione di tecnologie pulite. "Per mantenere l'attrattiva dell'industria europea – ha sottolineato von der Leyen –, è necessario essere competitivi con l'offerta e gli incentivi attualmente disponibili al di fuori dell'Ue". La Commissione Ue proporrà quindi un adeguamento temporaneo delle nostre norme sugli aiuti di Stato, ad esempio semplificandone le procedure "per contrastare i rischi di delocalizzazione derivanti da sussidi esteri". "Ma sappiamo anche – ha aggiunto la presidente della Commissione – che gli aiuti di Stato saranno una soluzione limitata, che solo pochi Stati membri potranno utilizzare. Per evitare effetti di frammentazione sul mercato unico e sostenere la transizione verso tecnologie pulite nell'insieme dell'Unione, dobbiamo anche intensificare i finanziamenti dell'Ue". Von der Leyen ha annunciato quindi la creazione di un Fondo di Sovranità europea, "una soluzione strutturale per potenziare le risorse disponibili per la ricerca, l'innovazione e i progetti industriali strategici fondamentali al raggiungimento dell'azzeramento netto delle emissioni".

Il terzo pilastro del Piano industriale per il Green Deal sarà rappresentato dallo sviluppo delle competenze necessarie per realizzare la transizione. "La migliore tecnologia vale tanto quanto valgono i lavoratori qualificati che possono installarla e utilizzarla", ha sottolineato.
Il quarto pilastro, infine, "sarà quello della facilitazione del commercio, aperto ed equo a vantaggioso per tutti". Per questo, "abbiamo bisogno di un'agenda commerciale ambiziosa, anche sfruttando al massimo gli accordi commerciali" già esistenti "ad esempio con il Canada o con il Regno Unito, con i quali stiamo cercando di risolvere le nostre difficolta'". "Stiamo lavorando – ha aggiunto von der Leyen – per concludere accordi con Messico, Cile, Nuova Zelanda e Australia, e per compiere progressi con India e Indonesia. E dobbiamo ricominciare a discutere l'accordo con il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, ndr).

L'ultima parte del suo discorso è stata dedicata infine ai rapporti con la Cina. "Laddove il commercio non è equo, dobbiamo rispondere in modo più deciso", ha dichiarato. "La Cina – ha ricordato – ha fatto del potenziamento dell'innovazione e della produzione di tecnologie pulite una priorità chiave nel suo piano quinquennale. Domina la produzione globale in settori come i veicoli elettrici o i pannelli solari, essenziali per la transizione. Ma la concorrenza per l'azzeramento netto delle emissioni deve basarsi su condizioni di parità". Von der Leyen ha accusato direttamente Pechino di aver "incoraggiato apertamente le aziende ad alta intensità energetica in Europa e altrove a delocalizzare tutta o in parte la loro produzione", "con la promessa di energia a buon mercato, basso costo del lavoro e un ambiente normativo più indulgente" e sovvenzionando contemporaneamente la sua industria e limitando l'accesso al suo mercato per le aziende dell'Ue".

"Avremo ancora bisogno – ha affermato von der Leyen – di lavorare e commerciare con la Cina, soprattutto riguardo a questa transizione", ma "utilizzeremo tutti i nostri strumenti per far fronte alle pratiche sleali, compreso il nuovo regolamento sulle sovvenzioni estere. Non esiteremo ad aprire indagini se riteniamo che i nostri approvvigionamenti o altri mercati siano distorti da quelle sovvenzioni", ha concluso la presidente della Commissione.



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