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Confcommercio: a maggio PIL -0,2% su mese, inflazione in lento rientro

Ma quadro ancora fragile

Economia
Confcommercio: a maggio PIL -0,2% su mese, inflazione in lento rientro
(Teleborsa) - PIL a maggio in lievissima diminuzione (-0,2%) rispetto ad aprile, con una crescita dell’1,5% su base annua. E' la stima dell'Ufficio Studi Confcommercio nella congiuntura mensile.


Dopo il rimbalzo di aprile - si legge - l’inflazione è attesa tornare sul percorso di progressivo rientro. Per il mese in corso la nostra stima è di un aumento dello 0,5% congiunturale e di una crescita del 7,8% nel confronto annuo. L’andamento degli ultimi mesi, meno favorevole rispetto alle attese, continua a riflettere le turbolenze che ancora attraversano il mercato degli energetici e il progressivo trasferimento alla fase finale delle tensioni che si erano accumulate nei mesi precedenti.

I primi segnali di un rallentamento dell’inflazione di fondo portano ad ipotizzare un consolidamento della tendenza al rientro, che dovrebbe portare in autunno a tassi di crescita dei prezzi al consumo più prossimi agli obiettivi della politica monetaria. Non mancano, comunque, le incognite sull’andamento dei prezzi di alcune voci di spesa, che rientrano nell’insieme dei consumi obbligati, meno comprimibili rispetto agli energetici. Anche questo potrebbe contribuire a limitare le possibilità di spesa delle famiglie su altre voci di spesa.

Confcommercio spiega che dopo un primo trimestre positivo, con una crescita superiore alle attese, l’economia italiana si avvia a superare l’1% di crescita per l’anno in corso. Gli elementi di fragilità riguardano oggi l’incertezza derivante dallo scenario internazionale e una pericolosa lentezza nel rientro delle dinamiche inflazionistiche. Anche a marzo il mercato del lavoro ha confermato una buona tenuta. La progressiva crescita dell’occupazione, attualmente al di sopra di 200mila unità rispetto ai livelli della prima parte del 2019, continua a sostenere la capacità di spesa delle famiglie nonostante l’erosione determinata dall’elevata inflazione sui redditi e sui risparmi.

Alle difficoltà che si registrano sul versante della produzione industriale - anche a marzo si è avuta una diminuzione (-0,6% su febbraio) - si contrappone il lento recupero dei consumi da parte delle famiglie, sostenuto anche dalla componente estera del turismo. Il miglioramento della domanda, seppure meno intenso e concentrato su alcuni specifici segmenti dei servizi, alimenta le performance positive dell’economia. Ciò che oggi appare un sostegno, potrebbe, però, costituire un freno alla crescita, se le esigenze di ricostituire il potere d’acquisto dello stock di risparmio facessero aggio sulle propensioni agli acquisti, soprattutto di beni durevoli.
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