(Teleborsa) - Il governatore della Banca d'Italia,
Ignazio Visco, ha difeso la scelta di politica monetaria della
BCE di mantenere i tassi di riferimento sugli attuali livelli per un periodo sufficientemente ampio – facendo quindi leva più sulla persistenza dell'azione che sulla sua intensità – definendo tale decisione "
saggia". Nel suo intervento alla 99esima giornata del risparmio organizzata dall'Acri a Roma – l'ultima apparizione pubblica nel ruolo di governatore della Banca d'Italia, a conclusione del suo secondo mandato – Visco ha spiegato che questo approccio "fornisce infatti, in assenza di nuovi forti shock dal lato dell'offerta, il giusto
equilibrio tra il rischio di fare troppo e quello di non fare abbastanza, riducendo allo stesso tempo le possibili ripercussioni sulla già debole attività economica e i rischi per la stabilità finanziaria".
Quanto al dibattito sulla
velocità con cui l'istituzione si è mossa nella sua manovra restrittiva, in ritardo secondo alcuni, "non è questa la sede per entrare in questo
dibattito" ma "ritengo che la reazione del Consiglio (Bce) all'accelerazione dei prezzi sia stata, anche se di intensità senza precedenti, in linea con il graduale evolversi della
situazione e che, a fronte di uno shock di offerta di tali dimensioni, abbia correttamente mirato a contrastare il propagarsi dell'inflazione".
Secondo Visco inoltre "la
politica monetaria sta di certo dando i suoi frutti". Ma bisogna "garantire che il rientro dell'inflazione si compia nei tempi stabiliti" e "al tempo stesso evitare che eccessi di
restrizione monetaria e del credito abbiano inappropriati effetti recessivi – ha aggiunto – contribuendo anche per tale via ad alimentare l'incertezza sull'economia è sulla stessa stabilità dei prezzi. Due condizioni, queste, cruciali anche per le decisioni e le possibilità di risparmio".
Il governatore uscente ha poi ricordato che gli ultimi
dati macroeconomici riportano ulteriori peggioramenti dell'economia dell'area euro e un netto rientro dell'inflazione. La stima preliminare di Eurostat sul
PIL del terzo trimestre ha registrato infatti un calo dello 0,1%, mentre la stima preliminare sull'inflazione di ottobre ha riportato un ulteriore rallentamento al 2,9%, dal 4,5% di settembre.
"La fase di sostanziale
ristagno del prodotto è proseguita in
Italia anche nell'estate. Le nostre indagini e gli indicatori qualitativi continuano a segnalare una diffusa debolezza dell'
attività manifatturiera; nonostante il buon andamento del turismo, nei servizi sembra essersi esaurito il forte recupero che ha fatto seguito alla fase piu' acuta della pandemia", ha spiegato Visco, citando lo scenario previsionale dell'ultimo bollettino economico. "La crescita del PIL sarebbe pari allo 0,7 per cento quest'anno, allo 0,8 nel 2024 e all'1,0 nel 2025. I
rischi che circondano queste stime sono, come per quelle sull'economia mondiale e sugli altri principali paesi dell'area dell'euro, orientati al ribasso – ha però ricordato – soprattutto per l'acuirsi delle tensioni geopolitiche e l'irrigidimento delle condizioni di finanziamento. La dinamica del prodotto, l'inflazione e l'aumento dei tassi stanno a loro volta influendo sulla propensione delle famiglie italiane a risparmiare".
Il governatore ha infine rilevato che in Italia con l'
alta inflazione e l'
aumento dei tassi "si è osservato di recente uno spostamento dai depositi a vista, cresciuti in misura molto rilevante nel post-pandemia, a strumenti finanziari più remunerativi. Nei primi sei mesi di quest'anno, in particolare, si sono registrati oltre
70 miliardi di acquisti netti di titoli del debito pubblico, un valore molto elevato nel confronto storico".