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Scope Ratings conferma rating BBB+ su Italia e outlook stabile

Fra i punti di forza la resilienza economica, il sostegno delle politiche europee, la stabilità del finanziamento del debito pubblico e la stabilità politica

Finanza
Scope Ratings conferma rating BBB+ su Italia e outlook stabile
(Teleborsa) - L'agenzia di rating europea Scope Ratings ha confermato il merito di credito dell'Italia a lungo termine a "BBB+" quello di breve termine in valuta estara e locale "S-2", entrambi con outlook Stabile.

"Gli importanti meccanismi di sostegno europei, la resilienza economica, la prudenza fiscale e il profilo del debito favorevole - sottolinea l'agenzia nel motivare il suo giudizio - sono alla base del rating. L'elevato debito pubblico, la bassa produttività e la debolezza del quadro demografico rappresentano le sfide da affrontare".

Punti di forza

L'affermazione dei rating "BBB+" riflette in primis i piani di sostegno della politica monetaria e fiscale europei, le dimensioni dell'economia italiana, che vede un PIL a 2.100 miliardi di euro, e la resilienza economica, favorita dalla sua diversificazione, insieme all'elevato reddito pro capite di circa 35.000 euro, alla solidità verso l'estero, al moderato indebitamento del settore privato non finanziario e alle riserve di capitale delle del sistema finanziario.

In particolare, Scope rileva positivamente che la solida base di investitori dell’Italia e la struttura del debito favorevole proteggono il paese dalla volatilità del mercato e riducono l’impatto immediato di tassi più elevati sui suoi costi di finanziamento. A marzo 2024 circa il 28% dei titoli di stato italiano erano detenuti dall’Eurosistema, in aumento rispetto al 6% del 2014 prima dell’avvio dei programmi di acquisto di asset della Bce. Inoltre, le istituzioni finanziarie nazionali e i residenti detengono il 43%, con una quota crescente detenuta dai singoli investitori retail, a seguito del successo delle emissioni di obbligazioni BTP Valore. Ciò porta la quota della base di investitori nazionali a oltre il 70%, riducendo i rischi di improvvisi disinvestimenti e fughe di capitali in periodi di volatilità del mercato. I non residenti, che sono potenzialmente una fonte meno stabile di domanda di titoli sovrani rispetto alla BCE o ai residenti, detengono quindi solo il 29% dei titoli in circolazione, anche se questa quota è aumentata di 3 punti percentuali nell’ultimo anno ed è probabile che aumenti ulteriormente man mano che la BCE continua ad agire. il suo graduale inasprimento quantitativo.

Scope Ratings ha poi valutato favorevolmente la struttura del debito pubblico, che ha un costo medio di finanziamento di circa il 3% e una scadenza media del debito di circa sette anni,

L'agenzia non ha tralasciato neanche si sottolineate che l'Italia sta affrontando un periodo di stabilità politica del Paese, data l'ampia maggioranza parlamentare che sostiene il Primo ministro Giorgia Meloni, diventato anche il più grande partito italiano alle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2024. Ciò implica un basso rischio di risultati politici estremi fino alle prossime elezioni previste nel 2027, con un governo che può essere ritenuto responsabile dell’attuazione del piano di ripresa e del consolidamento fiscale.

Punti di attenzione

Le sfide del rating includono la debolezza delle finanze pubbliche (debito pubblico pari a circa il 137% del PIL) e l'elevato fabbisogno finanziario annuale richiesto dal finanziamento del superbonus e da altri crediti fiscali, che hanno un'incidenza pari a circa il 24% del PIL. Una stima che tiene conto di una crescita del PIL pari allo 0,8% nel 2024 e dellì'1% nel medio periodo e dell'attesa di una riduzione del deficit al 4,7% del PIL quest'anno dal 7,3% de 2023.

Vi sono poi le sfide strutturali, che limitano la crescita a medio termine limitando la produttività e la partecipazione della forza lavoro la debolezza demografica, con l'invecchiamento e il calo della popolazione attiva che continueranno a pesare sulle finanze pubbliche e sulla crescita.

L'Italia - si ricorda - ha una produttività totale debole, con una crescita annua media di appena lo 0,4% durante il decennio pre-Covid rispetto allo 0,8% dell’area euro. Le ragioni della debole dinamica della produttività includono carenze infrastrutturali, un’amministrazione pubblica inefficiente, bassi investimenti in ricerca e sviluppo che in capitale umano e rigidità di lunga data nel mercato del lavoro. Queste sfide - afferma Scope Ratings - evidenziano l’importanza della piena attuazione del PNRR, che mira ad affrontare le sfide della produttività e del mercato del lavoro in Italia.

Quanto alla piaga del calo demografico, si prevede che entro il 2050 la popolazione italiana in età lavorativa (20-64 anni) diminuirà di circa il 15% e il numero dei pensionati aumenterà del 19%. Ciò farà sì che l’indice di dipendenza degli anziani raggiunga il picco a circa il 66% entro il 2050 da circa il 41% nel 2023, in linea con quello di Spagna (64%) e Portogallo ( 69%) ma ben al di sopra della media della zona euro pari al 56%. Questa traiettoria limita il potenziale di crescita dell’Italia e pone una sfida al consolidamento delle finanze pubbliche nel medio termine.
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