(Teleborsa) - L’amministratore delegato di
Tim e presidente di Asstel,
Pietro Labriola, ha aperto a nuove
partnership industriali dopo l’
intesa annunciata ieri con
Nokia. "Certamente sì, stiamo studiando e lavorando”, ha risposto a margine di un evento dell'associazione a chi gli chiedeva se fossero in arrivo ulteriori accordi, spiegando che il gruppo ha "incominciato a firmare dei contratti per costruire le reti di nuova generazione
5G". Il manager ha aggiunto che Tim attende "qualche segnale in termini di rinnovo delle
frequenze a titolo non oneroso", ritenuto essenziale per sostenere lo sviluppo infrastrutturale.
Sul rapporto con
Poste Italiane, azionista di maggioranza relativa, Labriola ha rassicurato: "Con Poste tutto bene, siamo tutti felici".
Nel suo intervento al
convegno Asstel, il manager ha definito critico lo stato del settore: "Questo è un settore che non genera utile, ha perso 5 miliardi negli ultimi tre anni". Per Labriola "c’è bisogno di alcuni interventi" e di "ribaltare alcune simmetrie", denunciando che gli operatori telco "sono tra i principali spender di
energia e non vengono considerati
energivori" e che "ci vengono applicate norme che ad altri non vengono applicate".
Richiamando gli
investimenti sostenuti nel 2018, ha dichiarato: "Tra l’uovo e la gallina abbiamo scelto l’uovo, pagando tanti soldi subito per le frequenze, ma non abbiamo mai avuto la gallina". Da qui la richiesta di "invertire il paradigma" e di promuovere investimenti nel Paese attraverso "un
rinnovo non oneroso delle frequenze per costruire la rete su cui sviluppare tutto il digitale".
Sul
lavoro, Labriola ha puntualizzato: "Non c’è nessuno che vuol ridurre i posti di lavoro, ma abbiamo bisogno di alcuni cambi, diversamente qualcosa succede". Ha ricordato che gli operatori italiani convivono con "i prezzi più bassi e l’energia più cara", mentre altrove "gli hyperscaler e gli OTT mandano a casa 50mila persone" e "Verizon ne taglia 17mila con 18 miliardi di utile all’anno".