(Teleborsa) - Riflettori di nuovo puntati sulla
scalata di Montepaschi su Mediobanca, operazione che ha portato l'istituto senese a detenere l’86,3% dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Secondo quanto riportato per prima nel pomeriggio di ieri dal Corriere della Sera, la
Procura di Milano ipotizza l’esistenza di un
"concerto" dietro la privatizzazione di Mps e la successiva scalata su Mediobanca, con possibili
ripercussioni indirette sul controllo di
Generali.
I magistrati Luca Gaglio e Giovanni Polizzi, in particolare, secondo quanto riportato dal quotidiano, contestano due reati:
ostacolo alle autorità di vigilanza e
manipolazione del mercato. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’imprenditore
Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di
Luxottica e della controllante lussemburghese Delfin,
Francesco Milleri, e l'Amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena,
Luigi Lovaglio, avrebbero
occultato a Consob,
Bce e Ivass il coordinamento di un’operazione avviata nel novembre 2024, quando Caltagirone e Delfin acquistarono il 7% di Mps messo in vendita dal Tesoro, tramite un collocamento accelerato curato da Banca Akros.
Il
collocamento – che riguardava il 15% dell’istituto senese, rilevato con un’offerta a premio da Caltagirone, Delfin, Bpm e Anima – suscitò già al tempo
perplessità, anche per il tentativo (non riuscito) di
Unicredit di partecipare alla gara.
Secondo la Procura, l’accordo non dichiarato avrebbe riguardato non solo la privatizzazione della banca senese, ma anche gli
acquisti successivi di azioni Mediobanca, fino al presunto
superamento congiunto della soglia del 25%, livello che impone per legge il lancio di un’Opa obbligatoria sull’istituto allora guidato da Nagel.
Le parti chiamate in causa hanno
respinto ogni addebito. Il Consiglio di amministrazione di
Delfin, con una nota, ha dichiarato all’unanimità la
"totale estraneità" dei propri membri, assicurando di aver sempre agito nel rispetto delle norme e confidando che l’indagine dimostrerà l’infondatezza delle contestazioni.
Mps ha confermato di aver ricevuto un decreto di
perquisizione dalla Procura e un
avviso di garanzia per l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, che sarebbe indagato per ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato. La banca ha
ribadito la correttezza delle proprie condotte e ha garantito la "completa collaborazione". Anche il
gruppo Caltagirone ha espresso
"piena fiducia" nella magistratura, assicurando la massima collaborazione e rivendicando la trasparenza e la correttezza dell’operato dei propri esponenti.