Nel linguaggio comune si usa l’espressione
"risiko bancario" per descrivere una
fase di operazioni incrociate fra banche: acquisizioni, fusioni, offerte pubbliche di scambio, rafforzamenti di partecipazioni e possibili contromosse eseguite sulla base di precise strategie industriali. Come nel celebre gioco da tavolo, una mossa ne provoca un’altra e ogni attore deve reagire per non perdere posizione.
Questa
nuova stagione di consolidamento è il risultato di una
lunga fase di riassestamento iniziata dopo le crisi bancarie e del debito sovrano degli anni 2010, proseguita con la pulizia dei bilanci da crediti deteriorati e completata negli ultimi anni con una
maggiore stabilità patrimoniale. In parallelo, l’aumento dei tassi d’interesse ha temporaneamente migliorato i margini di molte banche, senza però creare
nuove opportunità di crescita strutturale. Da qui l’esigenza di espandere la dimensione, aumentare le sinergie, rafforzare la capacità d’investimento tecnologico e presidiare segmenti a più alta redditività, quali ad esempio il wealth management e l’assicurativo.
Risiko bancario 2025: piccolo glossario terminologico
| TERMINE | SIGNIFICATO |
| Acquisizione | Quando una società o banca ne compra un’altra |
| Azioni proprie | Azioni di una società o banca detenute dalla stessa e utilizzabili per incentivi o operazioni straordinarie |
| Cambio di controllo | Situazione in cui un nuovo azionista diventa il soggetto dominante (solitamente oltre il 50% dei voti) |
| Credito deteriorato | Prestiti che non vengono rimborsati regolarmente e che incidono sulla solidità della banca |
| Delisting | Uscita di una società dalla Borsa: le sue azioni non sono più negoziate sul mercato pubblico |
| Fusione | Quando due società o banche si uniscono per formare un nuovo soggetto o per incorporazione |
| Golden power | Poteri speciali del governo per bloccare o condizionare acquisizioni considerate strategiche (ad esempio, su banche, energia, telecomunicazioni) |
| Governance | Struttura di gestione e controllo della società o banca: consiglio di amministrazione, comitati, direttive operative |
| OPA (Offerta pubblica di acquisto) | Offerta rivolta agli azionisti in cui si pagano le azioni con un corrispettivo prevalentemente in denaro per acquisire una partecipazione |
| OPS (Offerta pubblica di scambio) | Offerta rivolta agli azionisti in cui si scambiano azioni invece di pagare in denaro |
| OPAS (Offerta pubblica di acquisto e scambio) | Offerta rivolta agli azionisti in cui si pagano le azioni in contanti e/o con altre azioni per acquisire una partecipazione |
| Partecipazione rilevante | Quota azionaria che garantisce al detentore una influenza sulla governance |
| Piani LTI | Piani di incentivazione a lungo termine per manager, spesso basati su azioni o bonus legati a risultati |
| Sell-out | Procedura che consente agli azionisti rimasti di vendere le proprie azioni al nuovo azionista di maggioranza quando questo supera una certa soglia di partecipazione |
| Wealth management | Attività di gestione e consulenza finanziaria per clienti con patrimoni medio-alti |
Risiko bancario 2025: cosa è successo quest’anno?
Per comprendere la fase attuale, occorre tornare alle
operazioni avvenute tra il 2024 e l’inizio del 2025.
Unicredit-Banco BPM: la prima tessera del domino che cade
Un primo segnale arriva da
Unicredit, che acquista una partecipazione significativa (poco al di sotto del 30%) in
Commerzbank, una delle principali banche tedesche. Si tratta di una mossa che guarda oltre i confini nazionali e richiama l’idea, più volte evocata ma quasi mai realizzata, di un campione bancario europeo.
Poco dopo, sempre Unicredit, prova a rilevare
Banco BPM attraverso un’offerta pubblica di scambio. L’operazione, però, si blocca: prima lo Stato esercita il golden power per valutare gli effetti sulla sicurezza nazionale, poi interviene l’autorità di mercato (Consob), che sospende l'OPS. A nulla servono i ricorsi della banca al TAR e alla Commissione europea. Il 22 luglio 2025 Unicredit ritira l’offerta.
Il tentativo di Unicredit su BPM agisce come innesco e le altre banche non restano a guardare.
Entra in scena MPS e sposta gli equilibri
La mossa successiva è quella di
Monte dei Paschi di Siena, che lancia un’offerta pubblica di scambio con l’obiettivo di acquisire
Mediobanca. L’operazione è strategica poiché Piazzetta Cuccia è uno snodo molto importante per il risparmio gestito e, indirettamente, per il settore assicurativo, grazie alla sua partecipazione in Generali Assicurazioni.
Dopo mesi di analisi, comunicazioni al mercato e discussioni pubbliche, l’offerta passa: l’11 settembre 2025 viene certificato il
cambio di controllo. Si tratta di un passaggio storico: MPS, che per anni è stata al centro di salvataggi e ricapitalizzazioni, di una nazionalizzazione durante la crisi finanziaria, seguita da una successiva privatizzazione per tranche da parte del MEF, diventa ora protagonista del consolidamento bancario nazionale.
Prendiamoci ora un momento per approfondire cosa significa concretamente un cambio di controllo. Esso avviene quando un Istituto viene acquisito, cambiano le quote azionarie, la governance, le priorità strategiche, talvolta anche gli incentivi interni. Nel caso di Mediobanca, il passaggio di controllo ha comportato una
chiusura anticipata dei piani di remunerazione a lungo termine: parliamo di oltre 6 milioni di azioni convertite in denaro, per un controvalore di circa 122 milioni di euro.
Nel tentativo di
resistere alla "scalata", il conto economico del trimestre di Mediobanca mostra ricavi sostanzialmente stabili, ma 45 milioni di
oneri straordinari legati al risiko.
Cadono anche le altre tessere del domino
Davanti al tentativo di acquisizione, Mediobanca valuta una propria mossa di difesa: un’operazione pubblica di scambio su
Banca Generali, asset chiave nel segmento del wealth management.
L’operazione viene analizzata, discussa e tecnicamente preparata, ma la proposta è stata bocciata dai soci il 21 agosto ed è decaduta.
Nel frattempo, un altro fronte si muove:
BPER rafforza la propria presenza territoriale acquisendo
Banca Popolare di Sondrio, con una quota che alla fine supera l'80% del capitale. L’operazione non ha il peso simbolico delle grandi mosse su Mediobanca o BPM, ma è strategicamente rilevante perché
consolida il presidio nel Nord Italia e conferma una tendenza precisa: la crescita della dimensione degli istituti di fascia intermedia.
A latere, anche il settore delle banche specializzate si muove:
Banca Ifis acquisisce oltre il 95% di
Illimity e ne effettua il delisting, portando all'ulteriore concentrazione nel segmento del credito alle imprese e dei servizi finanziari non tradizionali.
Le principali operazioni bancarie del 2025
| DATA | OFFERENTE | SOCIETÀ TARGET | TIPO | DESCRIZIONE |
| Luglio – settembre 2025 | MPS | Mediobanca | OPS | L’operazione ha portato MPS a superare la soglia di controllo su Mediobanca. Con il cambio di controllo sono scattati i meccanismi interni di gestione della governance e dei piani di incentivazione: Mediobanca ha chiuso anticipatamente diversi piani LTI e ha regolato circa 6,1 milioni di azioni proprie in contanti. Ora è in corso il percorso verso l’integrazione industriale, che richiederà mesi di pianificazione. |
| Luglio-Agosto 2025 | Mediobanca | Banca Generali | OPS | È stata la contromossa di Mediobanca in risposta all’offerta di MPS. L’operazione puntava a rafforzare il presidio nel wealth management. Tuttavia, l’operazione non ha ottenuto il supporto necessario tra gli azionisti ed è decaduta. Non sono in corso passi operativi. |
| 27 giugno 2025 | Banca Ifis | Illimity Bank | OPAS | L’operazione ha portato Banca Ifis a superare dapprima l’84% del capitale di illimity nella fase principale dell’offerta (27 giugno 2025), per poi salire a circa 92,5% dopo la riapertura dei termini (11 luglio 2025) e infine oltre il 95% in seguito alla procedura di sell-out, con conseguente delisting a settembre 2025. Di fatto è stato completato il passaggio di controllo. L’integrazione operativa è in corso e prevede una razionalizzazione graduale delle attività, con particolare attenzione ai segmenti di credito alle imprese e servizi digitali specializzati. |
| 11-12 luglio 2025 | BPER | Banca Popolare di Sondrio | OPS | BPER ha acquisito circa l'80% di Popolare di Sondrio, assumendone la direzione strategica. L’operazione consolida la presenza territoriale di BPER nel Nord Italia. È ora in corso l’integrazione delle strutture e della rete di filiali, con probabile razionalizzazione della presenza in aree sovrapposte. |
22 luglio 2025 (ritiro OPS) | Unicredit | Banco BPM | OPS | Unicredit, che a novembre 2024 aveva lanciato un'offerta per acquisire Banco BPM, si è trovata costretta a ritirare l'OPS nel mese di luglio, poiché l’operazione è stata bloccata prima dalla vigilanza e poi dal Governo tramite il golden power. |
| 2025 (annuncio e primi passaggi autorizzativi) | Erste Group | Santander Bank Polska | Acquisizione (M&A) | Operazione in corso nell’Europa centro-orientale. Erste mira a espandere la propria presenza sul mercato polacco, puntando a raggiungere una massa critica superiore e ritagliarsi un posto tra i principali istituti retail locali. Sono in corso le valutazioni e le autorizzazioni regolamentari. |
| 2025 (annuncio e attesa approvazioni) | Groupe BPCE | Novo Banco (Portogallo) | Acquisizione (M&A) | Operazione che rientra nel più ampio consolidamento bancario europeo. L’obiettivo di BPCE è rafforzare la presenza in Portogallo e ottimizzare la dimensione commerciale e distributiva. L’operazione è annunciata, ma ancora in fase autorizzativa. |
| 2025 (offerta annunciata e in attesa di autorizzazioni) | AIK Banca (Serbia) | Addiko Bank AG (Austria e Paesi balcanici) | OPA cross-border | Operazione transfrontaliera che punta a creare un gruppo bancario con presenza integrata nei Balcani. Addiko opera in più Paesi dell’Europa sud-orientale, e l’ingresso di AIK consoliderebbe una piattaforma regionale orientata a clienti retail e PMI. L’offerta è stata annunciata e resta in fase di valutazione da parte delle autorità di vigilanza nazionali ed europee. |
Come cambia la struttura del sistema bancario e cosa cambia per cittadini e imprese
Tutti questi movimenti portano inevitabilmente a
razionalizzazioni di rete. Cosa significa, in pratica? Nei primi nove mesi del 2025 sono stati
chiusi ben 268 sportelli, una tendenza che è destinata ad aumentare con l’avanzare delle integrazioni.
La riduzione della
rete fisica sul territorio non è da vedere come un segnale di debolezza, ma come un cambio di abitudini, determinato dall’
uso crescente di servizi digitali, dall’ottimizzazione dei costi e da un riequilibrio territoriale.
C’è tuttavia il
rovescio della medaglia: alcuni territori, in particolare aree interne e zone montane, rischiano di diventare meno serviti.
Chi invece pensa alla tenuta del proprio conto corrente o al mutuo sottoscritto, non deve temere nulla: tutte le
operazioni sono valutate e autorizzate per garantire continuità operativa, tutela dei risparmi e solidità dell’intero sistema.
Qualora le integrazioni dovessero funzionare, dovrebbero emergere
effetti positivi nel medio termine, riconducibili a una maggiore solidità patrimoniale del gruppo, a una migliore capacità di investimento tecnologico, all’offerta di
prodotti e servizi più moderni e competitivi.
Resta però da
preservare due elementi principali: come detto, la
presenza territoriale nei comuni più piccoli, e poi la
qualità della consulenza, soprattutto in un mercato dove cresce il peso del risparmio gestito.
Cosa succederà nel 2026?
Il risiko bancario del 2025
è una transizione, più che una fase conclusa. Le operazioni già avviate richiederanno mesi di integrazione, piani industriali e scelte organizzative.
Il 2026 non dovrebbe registrare nuovi colpi di scena, ma potrebbe caratterizzarsi come
un anno di assestamento, in cui si rendono operative le mosse avviate nel 2025.
In questa fase le banche dovrebbero effettuare
alcune operazioni che risulteranno poco visibili all’esterno, ma che risulteranno determinanti per capire se un’operazione di acquisizione crea valore oppure no: dal dialogo tra
piattaforme informatiche diverse all’uniformazione delle
procedure interne, dalla
razionalizzazione della rete di filiali all’integrazione delle funzioni commerciali, passando ovviamente anche per la
riorganizzazione dei team.
In Europa è possibile che alcune acquisizioni transfrontaliere, già annunciate, si finalizzino nel corso del 2026, ma la maggior parte delle operazioni probabilmente resterà domestica, ovvero all’interno di ciascun Paese.
A ogni modo, le banche dovrebbero puntare a ridisegnare il modello di business, spostando l’attenzione dall’intermediazione pura (prestiti e raccolta)
verso servizi a valore aggiunto, come consulenza finanziaria, gestione del risparmio e assicurazioni, senza contare gli investimenti in tecnologia, specialmente su intelligenza artificiale, sicurezza informatica e gestione avanzata dei dati.