(Teleborsa) -
KKR, società di investimento leader a livello mondiale, ha pubblicato oggi "High Grading", le prospettive macro globali per il 2026, a cura di
Henry McVey, Chief Investment Officer del Bilancio e responsabile di Global Macro and Asset Allocation (GMAA) di KKR.
Nel rapporto, McVey e il suo team spiegano perché credono vi sará una crescita del PIL e degli utili superiore alle attese nella maggior parte delle principali regioni nel 2026, sostenuta dai bassi prezzi del petrolio, dai tassi di risparmio più elevati e dalle condizioni finanziarie accomodanti. Osservano inoltre che l'economia globale rimane nel mezzo di una rinascita della produttività, guidata dalla digitalizzazione, dall'automazione e dall'adozione accelerata dell'intelligenza artificiale (IA), in particolare negli Stati Uniti.
"Guardando al futuro, le nostre prospettive rimangono costruttive in diverse aree del mercato. In particolare, il ventaglio di opportunità legate a storie di miglioramento operativo, flussi di cassa basati su asset a garanzia e mercati internazionali è il più solido che abbiamo visto da anni", ha affermato McVey. "Tuttavia, il ciclo è più maturo, quindi riteniamo che questo sia il momento giusto per "innalzare la qualità" dei portafogli".
Rilevanza per l’Europa e l’ItaliaCrescita Eurozona: PIL reale previsto all’1,1% nel 2026 e all’1,5% nel 2027, con resilienza agli shock energetici e commerciali.
Europa porto sicuro: famiglie con risparmi in eccesso (30% degli asset in contanti e depositi, contro il 6% negli USA) e minore esposizione azionaria, fattori che riducono la vulnerabilità a correzioni di mercato.
Sorpasso storico sui bond: per la prima volta in 50 anni i BTP italiani sono percepiti come meno rischiosi degli OAT francesi.
Difesa: l’Italia ha speso 35,6 miliardi di dollari nel 2024, posizionandosi tra i principali investitori NATO insieme a Francia e Germania.
Servizi finanziari cross-border: KKR segnala la frammentazione come debolezza strutturale, con solo il 25% del commercio intra-UE legato ai servizi.
Energia: l’Italia registra i prezzi medi all’ingrosso dell’elettricità più alti d’Europa, mentre la Spagna beneficia di un sistema quasi del tutto sganciato dai combustibili fossili.
GNL: la domanda europea di gas naturale liquefatto è vista come driver strutturale di lungo periodo per la sicurezza energetica.
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