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Cosa rispondo alla Germania

Alcune osservazioni sull'intervento del direttore del Die Welt.

Legga il signor Schmid lo studio di M&S-Mediobanca sulle 20 banche europee più importanti e l'ultimo Rapporto annuale della Banca dei regolamenti internazionali e si renderà conto che le banche tedesche sono tra le peggiori in Europa. La Merkel le ha salvate già due volte e forse dovrà farlo ancora una volta. L'alta finanza tedesca non è migliore di quella americana e inglese. Su una cosa concordo con il signor Schmid: serve più Europa. È vero, 27 paesi membri sono una Comunità molto ampia ed in un siffatto ampio contesto è difficile sentire e percepire correttamente il senso di appartenenza e di solidarietà. Ma è forse più facile sentire l'appartenenza alla Comunità internazionale che pure esiste? Ma assumere la solidarietà a presupposto fondamentale per risolvere i problemi comuni è, secondo me, sbagliato. Prendiamo il caso degli eurobond e della garanzia comune.

Finché la Merkel continuerà a dire che le formiche tedesche non sono pronte a pagare per le cicale dei paesi euromed, sarà difficile affrontare il problema in termini economici e finanziari. Se i paesi euromed non saranno appropriatamente assistiti per uscire dalla crisi, la Germania rischia di ritrovarsi in un mare di macerie. Ancora non si conoscono i termini tecnici del piano per la crescita appena varato. Primi commenti qualificati parlano di fondi non spesi, riprogrammati, e comunque insufficienti.

Ora anche qui o si prende atto che promuovere la convergenza delle aree periferiche con quelle centrali non può essere affidata ad un semplice sistema di trasferimenti condizionali oppure si rischia di ricadere negli errori del passato. Servirebbe un serio approccio di programmazione economica che parta dalla stima dei fabbisogni. Solo così si potrà dare un giudizio sulla congruità di quanto deciso. Il vero presupposto è l'interesse reciproco. Il Piano Marshall non era giustificabile in termini etici e la Germania di allora meno di tutti meritava di essere aiutata. L'obiettivo era quello di costruire una barriera al pericolo comunista e costruire un mondo di pace e convivenza civile.
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