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Que Sera, Sera

Il ritorno della strategia 60/40

Alle orecchie di un inglese colto del Cinquecento, l'italiano e lo spagnolo suonavano come lingue che evocavano potere, profondità storica e sapienza. Fu così che Que Sera, Sera, una fusione di lingue romanze, fu scelto da John Russell, primo conte di Bedford, come motto della sua illustre famiglia, di cui sarebbe stato parte, qualche secolo più tardi, anche il grande logico e filosofo Bertrand Russell.

La stessa versione sgrammaticata e orecchiata di questo omaggio al fatalismo latino divenne poi il titolo di una celebre canzone che Doris Day canta al pianoforte nel film di Hitchcock del 1956, L'uomo che sapeva troppo. Alla figlia che chiede se sarà bella e ricca la saggia madre risponde che sarà quel che sarà. E la stessa risposta la darà un giorno la figlia, sempre con tono dolce e gentile, ai suoi bambini.

Nessuno conosce il futuro e quindi, per prudenza, mettiamo il 60 per cento in azioni e il 40 in obbligazioni se siamo americani o il 40 e il 60 se siamo europei. Questa è da decenni la saggezza convenzionale. Se l'economia cresce molto la parte azionaria farà meglio della parte obbligazionaria, se cresce poco sarà il contrario. Il portafoglio, in tempi normali, crescerà senza essere troppo volatile.

Questa strategia che sa di antico è stata nel tempo resa più sofisticata con l'introduzione di misurazioni continue del rischio e con l'utilizzo della leva. Il principio di fondo resta comunque quello di mettere in portafoglio asset non correlati, in modo da avere quello che Ray Dalio definì il portafoglio per tutte le stagioni (All Weather è il nome di un fondo che lanciò negli anni Novanta), fino ad arrivare alle strategie risk parity più recenti.
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