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La strategia del topo

Come investitore, il topo ha elaborato una strategia basata sull’unico dato a sua disposizione.

Il topo meccanico ha attitudini profondamente abitudinarie. Non essendo in grado di recepire molti dati, le sue strategie sono semplici, basate su pochi comportamenti, il più possibile ripetitivi e tesi alla massimizzazione delle possibilità di successo e sopravvivenza. Il topo meccanico ama pertanto i percorsi fissi o quantomeno conosciuti. Come investitore, il topo ha elaborato una strategia basata sull’unico dato a sua disposizione: i rendimenti medi mensili del mercato azionario più importante. Si è difatti accorto che Settembre è storicamente il mese peggiore per la borsa, ma anche che investendo alla fine di Settembre e vendendo tutto alla fine di Aprile si massimizza gran parte di quello che il mercato è in grado di dare durante l’anno e si evita il periodo storicamente meno proficuo, che è quello tra Maggio e Settembre. Il topo sa che spesso, anche quando l’estate è buona, tra Settembre e Ottobre qualcosa si rischia.
Non ricevendo nessuna ulteriore informazione, non avendo altri dati, non conoscendo nulla di analisi macro, di Internet, di bull e bear markets secolari, di crisi del debito e di double dip, non comprendendo nemmeno il significato dei termini “massimi” e “minimi”, non avendo un profilo FB ma essendo dotato di una perseveranza proverbiale, il nostro simpatico topo ha continuato a investire secondo la sua strategia anche negli ultimi, tormentati 15 anni (la durata della vita di un topo meccanico ben oliato può essere considerevolmente superiore a quella di un topo normale). Vediamo come gli è andata. Le frecce nere indicano i livelli di entrata e quelle rosse i livelli di uscita. Quando il topo guadagna, c’è la faccina blu e quando perde c’è quella rossa. Come si vede, su 14 anni ce ne sono stati 11 in guadagno e 3 in perdita. Complessivamente il topo è in buon utile (come si vede sotto, una media di +7.3% all’anno, contro una media nello stesso periodo dell’indice di +2.7%). Ecco il dettaglio del periodo 1998-2012.
L’utile diventa poi massiccio quando si considerano i suoi investimenti dei decenni precedenti: con la sua strategia ha ottenuto una performance di gran lunga superiore a quella del classico “buy & hold” e pertanto superiore a quella di chissà quanti fondi e gestori. Anche su un mercato particolarmente debole e tribolato come quello italiano, il topo con la sua strategia dal ’98 ad oggi non ha performato male: comunque ha guadagnato e ha fatto molto meglio dell’indice. Le aree sul grafico rappresentano le zone tra la chiusura del 30 Settembre e quella del 30 Aprile. Quelle blu (con freccia blu) sono in utile, quelle rosse (con freccia rossa) sono in perdita. La strategia è ampiamente perfettibile: basterebbe – ad esempio – che il topo spalmasse acquisti e vendite su 2 o 3 mesi o applicasse alcune regolette di money management. Ma al topo non interessa, è contento così e soprattutto ha ottenuto quattro vantaggi enormi: 1) ha ridotto lo stress da eccesso di informazioni; 2) ha ridotto i costi accessori; 3) batte i mercati senza combatterli; 4) può dedicare il suo tempo ad altro.
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