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Mephisto

Nei prossimi due anni la Fed creerà due nuovi trilioni di dollari. Non l’ha detto ufficialmente, ma ha fatto capire che da gennaio, tra Treasuries e mutui, comprerà almeno 120 miliardi di titoli al mese con denaro nuovo. Andrà avanti fino a che la disoccupazione non sarà scesa al 7 per cento. Poiché ci vorranno quasi due anni per raggiungere questo obiettivo, tutti hanno fatto subito i conti e sono arrivati ai due trilioni.

Se la Fed crea denaro il dollaro si indebolisce, mentre l’euro, lo yen, il renminbi e la sterlina si rafforzano. Per evitare una rivalutazione di cui nessuno ha voglia, Europa, Giappone, Cina e Regno Unito dovranno fare esattamente quello che farà la Fed, creeranno cioè tutta la moneta occorrente a bilanciare quella creata dalla Fed. Il Giappone si è già messo al lavoro. La Bce, per rispettare formalmente quel poco che resta dei principi teologici della Bundesbank, non creerà denaro nel modo rilassato della Fed ma seguirà un percorso più tortuoso. In una prima fase, come ha già annunciato, comprerà titoli di Spagna e Italia non appena queste ne faranno richiesta. Questo però non basterà. L’Italia proverà infatti a resistere fin dopo le elezioni senza chiedere aiuti e probabilmente ci riuscirà. Quanto alla Spagna, che verosimilmente capitolerà presto, difficilmente avrà bisogno di più di due o tre centinaia di miliardi e in ogni caso la Germania si opporrà a importi più grandi.

Come farà allora la Bce a creare a sua volta i due trilioni di euro necessari a bilanciare i due trilioni di dollari creati dalla Fed, considerando anche che gli acquisti di Bonos saranno in qualche modo sterilizzati? Lo farà con altri Ltro, dando cioè altri soldi alle banche affinché queste comprino titoli di stato o, chissà mai, aumentino gli impieghi.

In totale lo stato patrimoniale delle banche centrali dei paesi sviluppati, pari a due miliardi e mezzo prima della crisi, arriverà fra due anni a quasi 15. Non si è mai visto, nella storia, niente di simile. Siamo tutti parte di un grande esperimento.

Potrà finire bene o male, nessuno lo sa. Le banche centrali giurano che finirà bene e in una certa misura ne sono sinceramente convinte. Ex ante hanno probabilmente ragione. Le risorse inutilizzate (disoccupati, impianti fermi) sono ancora molto ampie e l’inflazione, nei prossimi due anni, non darà seri problemi.
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